“Certamente le pensioni agricole ferme mediamente sotto i 600 euro, non rappresentano una buona prospettiva per i giovani che vogliono entrare nel nostro comparto”. Così Cristiano Fini, presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani rispondendo alla domanda sul futuro del settore primario in Italia, postagli dalla redazione di “QUI I DIRITTI” in occasione del lancio del nuovo portale d’informazione, che il patronato Inac ha realizzato per tenere sempre aggiornati i cittadini sulle tematiche inerenti Welfare, Pensioni e norme sulle tutele delle persone. “La complessità dell’attività agricola -spiega Fini- proprio per le sue peculiarità, richiederebbe tutta una serie di misure di welfare ad hoc ed un sistema pensionistico diverso, per incentivare anche l’ingresso dei giovani nel comparto. In agricoltura operano una molteplicità di professionalità, in molti casi, in particolare tra gli operai, c’è una notevole discontinuità nel lavoro, per i cicli naturali e la stagionalità di alcune produzioni. Nessun altro comparto racchiude nella stessa definizione tante attività diverse tra loro, “l’agricoltore” -chiarisce il presidente di Cia- può essere il titolare di una grande azienda con 100 dipendenti, un imprenditore agricolo professionale ma anche un coltivatore diretto, un operaio assunto a tempo indeterminato, uno stagionale”. Troppo spesso, e questo è un problema annoso, si legifera non tenendo conto della specificità dell’agricoltura e puntualmente prendono forma norme e misure penalizzanti per chi lavora in agricoltura, quando in alcuni casi addirittura inapplicabili. Il welfare agricolo non può ridursi alla “Disoccupazione agricola” o a qualche “bonus spot” nelle fasi emergenziali, come avvenne per il Covid, serve qualcosa di diverso e strutturale. Certamente la nostra Mission, come Cia-Agricoltori Italiani, è quella di rendere attrattivo il comparto, perché noi esistiamo per rappresentare e tutelare le persone che operano in agricoltura, assistendoli e sostenendo i loro prodotti e le loro aziende sui mercati. Per questo -evidenzia il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, da una parte avanziamo proposte alla Politica e alle Istituzioni per rendere più competitivo il sistema e al nostro interno sviluppiamo e offriamo servizi agli associati. Servizi a 360 gradi, per l’impresa e per le persone, attraverso il nostro patronato Inac. L’agricoltura italiana -chiosa Cristiano Fini- ha ancora molte potenzialità inespresse, può rappresentare un bacino di approdo veramente interessante per molti giovani intraprendenti, ovviamente se i Governi indirizzano investimenti e provvedimenti nella giusta direzione.