Uscite anticipate vincolate al ricalcolo contributivo dell'assegno e sul sistema di revisione di indicizzazione dei trattamenti. La riorganizzazione del sistema previdenziale resta un obiettivo di legislatura. Lo ha affermato la premier Meloni durante il question time al Senato il 23 novembre scorso. Ma le coordinate sono già state tracciate nel disegno di Legge Bilancio che introduce un sistema di uscite anticipate vincolate al ricalcolo contributivo dell’assegno e sulla revisione dell’attuale sistema di indicizzazione dei trattamenti. Il Governo metterà in campo misure per irrobustire la tutela previdenziale dei lavoratori «interamente contributivi», a cominciare dai più giovani, e rilanciare la previdenza complementare.
USCITE ANTICIPATE VINCOLATE, LA COMMISSIONE UE CHIEDE DI CONTENERE LA CRESCITA DELLA SPESA
La commissione Ue chiede di rendere il sistema previdenziale sostenibile e per rispondere alle indicazioni sarà necessario contenere la crescita della spesa e il ricorso ai pensionamenti anticipati. Di qui una inversione di marcia rispetto a misure che invece hanno incoraggiato l'uscita anticipata, come Quota 100, che ha dato la possibilità di uscita con 62 anni d’età e 38 di versamenti. Infatti la nuova manovra introduce limitazioni e penalità nel caso di accesso a Quota 103 (almeno 62 anni d’età e 41 di contribuzione), prima fra tutte il ricalcolo contributivo dell’assegno, e che alza la soglia anagrafica nel caso di utilizzo di Ape sociale e Opzione donna.
USCITE ANTICIPATE VINCOLATE, CON QUOTA 103 SI SPERIMENTA IL CALCOLO CONTRIBUTIVO INTEGRALE DELL'ASSEGNO
Le indicazioni arrivate dalle audizioni parlamentari sulla manovra dell’Ufficio parlamentare di bilancio e della Corte dei conti si aggiungono ai lavori dell'Osservatorio del Ministero del Lavoro. Secondo l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, la nuova Quota 103 «potrebbe essere vista come un primo esperimento, sulla base dei cui risultati ipotizzare un futuro canale di pensionamento flessibile, valido per tutti i lavoratori, con requisiti di accesso inferiori di due o tre anni a quelli ordinari di pensionamento (sia vecchiaia che anzianità) e calcolo contributivo integrale dell’assegno, oppure con requisiti di età e anzianità centrali rispetto ai quali permettere anticipi e posticipi sempre previa applicazione del calcolo contributivo integrale».
Per la Corte dei Conti con la manovra appena varata «se da un lato si continua ad intervenire su taluni istituti con la sostanziale finalità di recuperare risorse finanziarie, dall’altro si fanno scelte che, pur se non particolarmente incisive sotto il profilo delle quantità aggregate, hanno una notevole portata segnaletica: è il caso del ricalcolo contributivo delle pensioni anticipate a cui si accederà attraverso Quota 103».
L'INDICIZZAZIONE DEGLI ASSEGNI ALLA CORSA DELL'INFLAZIONE PORTERA' LA SPESA AL 16% DEL PIL NEL 2024
Dalle recenti proiezioni, alla fine del 2023 la spesa per pensioni supererà i 317 miliardi, contro i 297,1 miliardi dello scorso anno, per poi salire ulteriormente a 340,5 miliardi nel 2024 (il 16% del Pil). Per mitigare i costi dell'inflazione il Governo ha già introdotto un nuovo meccanismo che assicura la rivalutazione piena solo ai trattamenti fino a 4 volte il minimo Inps, con riduzioni progressive per successive 5 “fasce” di assegni più elevati.
Con l’attuale disegno di legge di bilancio l’ultima “fascia”, quella delle pensioni più “pesanti” (oltre 10 volte il minimo) viene ulteriormente penalizzata: l’adeguamento per il 2024 scende dal 32 al 22%. Inoltre nell’ambito delle misure di revisione della spesa si prevede la nascita presso il Mef di una Commissione di esperti incaricata di valutare i parametri e i criteri da utilizzare, a decorrere dall’1 gennaio 2027, per la rivalutazione delle prestazioni di carattere previdenziale e sociale, anche eventualmente cambiando l’indicatore di riferimento all’indicizzazione con il passaggio da quello utilizzato attualmente, il Foi, (prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati) al deflatore del Pil, che consente di depurare il Prodotto interno dalla crescita dei prezzi.