Smart working per il caldo: la proposta del Ministero del Lavoro. Le temperature eccessivamente elevate e il rischio di esposizione da bollino rosso per migliaia di lavoratori sono al centro del confronto tra la titolare del Dicastero del Lavoro Marina Calderone e le sigle sindacali. Non solo il ricorso alla cassa integrazione per i lavoratori maggiormente esposti, ma anche l'attivazione dl lavoro agile. Le misure per supportare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro impegnano tanto l'esecutivo di Governo, quanto l'Inps e l'Inail.
LO SMART WORKING PER IL CALDO PER FRONTEGGIARE IL CALDO TORRIDO
La proposta di attivazione dello Smart Working per il caldo è la risposta all'ondata di caldo torrido che si sta trasformando in autentica emergenza. Introdurre il lavoro agle semplificato ridurrebbe sensibilmente non solo il rischio di esposione dei lavoratori, ma potrebbe anche accopmpagnare un risparmio notevole del consumo energetico dovuto all'incremento dell'utilizzo dei condizionatori. La proposta è al vaglio degli addetti ai lavori e potrebbe essere inserita nel protocollo d'intesa che stanno elaborando gli uffici per rispondere all'emergenza.
SMART WORKING PER IL CALDO: LA PROPOSTA AL VAGLIO DI INPS, INAIL, MINISTERO, ISPETTORATO E PARTI SOCIALI E DATORIALI
Il protocollo d'intesa dovrà formalizzare l'adozione di una serie di misure da adottare “contro il caldo” per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori nel luogo di lavoro. La proposta di introdurre lo smart working per il caldo era già emersa in occasione della riunione del 20 luglio scorso, tra il Ministro del Lavoro Marina Calderone, i sindacati, INPS, INAIL, Ispettorato Nazionale del Lavoro e le associazioni datoriali.
La proposta di avviare una nuova forma di lavoro agile emergenziale risponde alla necessità di salvaguardare la salute dei lavoratori in questo periodo in cui le temperature sono al di sopra dei 35 gradi (reali o percepiti) quasi in tutta Italia. Il ricorso al lavoro a distanza sarebbe un modo facile per evitare lo spostamento e l’esposizione ad alte temperature di milioni di lavoratori nelle ore di punta.
SMART WORKING E CASSA INTEGRAZIONE PER COMBATTERE L'EMERGENZA
La proposta dello smart working si affianca all'attivazione della cassa integrazione per caldo eccessivo. Misure che rafforzano le altre delle linee guida per la tutela dal caldo sul luogo di lavoro, licenziate da Inail e riprese anche da Inps.
SMART WORKING PER IL CALDO, A CHI SI RIVOLGE
Gli interessati sono:
lavoratori indoor, cioè “da ufficio” laddove non sia possibile attuare le misure tecniche atte alla riduzione del rischio del rialzo di temperatura. L’ipotesi di Smart Working emergenziale per il caldo potrebbe essere fattibile, in particolare, per coloro che lavorano in edifici scarsamente raffreddati o in ambienti con elevata produzione di calore industriale (ad esempio attività di ufficio o amministrative nel settore manifatturiero o agroalimentare);
lavoratori il cui luogo di impiego si trova a una distanza abbastanza importante (non ancora definita) dal proprio domicilio. In questo modo si eviterebbero spostamenti in auto o con i mezzi pubblici, con la conseguente esposizione dei lavoratori alle alte temperature nel tragitto casa lavoro.
Ovviamente, sarà poi il Ministero stesso, con un provvedimento ad hoc – se la proposta dovesse ricevere l’ok delle parti coinvolte – a identificare precisamente quali settori possono essere coinvolti nello Smart Working d’emergenza per il caldo.
LO SMART WORKING PER IL CALDO E' ANCORA UNA PROPOSTA: MANCANO TERMINI E MODALITA'
Introdurre lo Smart Working per il caldo e tutelare i lavoratori è ancora una “proposta“. Il Ministero ha fatto sapere solo che l’obiettivo della misura, dedicata a chi lavora in ufficio in particolare, è di gestire l’emergenza caldo con una modalità di lavoro agile semplificata.
Nelle linee guida per la tutela dal caldo sul luogo di lavoro pubblicate dal Ministero, si legge che per i lavoratori degli ambienti indoor, laddove non sia possibile attuare le misure tecniche atte alla riduzione del rischio del rialzo di temperatura, il datore di lavoro deve prevedere il ricorso allo Smart Working.
SI LAVORA PER INTRODURRE UNA NORMATIVA SEMPLIFICATA SULLO SMART WORKING PER IL CALDO
Nel corso della riunione con i sindacati, Marina Calderone ha sottolineato la piena disponibilità a stilare in condivisione le regole con cui lo Smart Working emergenziale per il caldo che può essere attivato in forma semplificata. Infatti gli addetti ai lavori dovranno lavorare alla normativa per garantire l'attuazione di questa misura, e quindi di questa forma di lavoro agile.
Ad oggi il percorso meno farraginoso sarebbe quello procedere mediante accordi a livello aziendale, garantendo con un decreto ministeriale ad hoc, la possibilità dell’utilizzo di una procedura semplificata di comunicazione e applicare lo smart working.
TUTELARE I LAVORATORI DAL CALDO: TUTTE LE PROPOSTE IN CAMPO DEL MINISTERO
Nel corso della riunione del 20 luglio scorso, il Ministero ha discusso di come mettere in campo una rinnovata gestione integrata dell’emergenza caldo, per rispondere in maniera strutturale ai cambiamenti climatici in corso. Calderone ha introdotto modifiche sui modelli organizzativi capaci di fronteggiare le future crisi. Infatti oltre allo Smart Working per il caldo, sono state illustrate altre proposte:
il Ministero ha abbozzato il protocollo congiunto con le parti sociali, in cui si affrontano i temi dell’organizzazione del lavoro, delle misure e delle buone prassi da adottare per combattere l’emergenza caldo, con la fornitura di DPI ad hoc e supporti anticalore. Il protocollo, in fase di redazione prevede tra l’altro, che il datore di lavoro, sulla base dei rischi, intervenga per “eliminare o ridurre l’esposizione diretta dei lavoratori alle alte temperature o percepite tali” pianificando pause o attività in giorni o orari più freschi;
il Ministero sta effettuando anche una valutazione sugli interventi prospettati nel corso della riunione, che richiedono interventi normativi ulteriori, come per esempio la gestione a ore della cassa integrazione ordinaria in tutti i settori;
il Ministero sta sostenendo la capillare diffusione delle informazioni utili a preservare la salute dei lavoratori e delle lavoratrici, in presenza di condizioni meteo complicate. L’obiettivo è il coinvolgimento delle parti sociali nell’adozione di buone prassi e di interventi organizzativi capaci di rendere più efficace il presidio della sicurezza dei lavoratori e tutelino la loro salute.