Riscatto contributi non versati, il lavoratore può versarli anche dopo la prescrizione per la costituzione della rendita vitalizia. Lo chiarisce l'Istituto di Previdenza con la recente circolare, e afferma che i lavoratori possono versare i contributi "non versati" anche dopo la prescrizione per ottenere la rendita vitalizia.
Il Decreto Lavoro introduce una nuova regola. Il lavoratore che registra periodi di contribuzione obbligatoria non versati dal datore di lavoro può versarli all’Inps, per chiedere la costituzione della rendita vitalizia per quei periodi.
RISCATTO CONTRIBUTI NON VERSATI, IL DECRETO LAVORO
L'Inps spiega che dal 12 gennaio scorso, ovvero “A decorrere dall’entrata in vigore della legge n. 203 del 2024 si introduce un nuovo diritto, spettante esclusivamente al lavoratore e ai propri superstiti, di chiedere la costituzione della rendita vitalizia, con onere interamente a proprio carico, per i contributi omessi dai datori di lavoro e prescritti”.
Il Decreto Lavoro introduce un settimo comma all’articolo 13 della legge del 1962 sulla rendita vitalizia. “Il nuovo diritto, prosegue l’Inps, è attribuito al lavoratore, in via esclusiva e non sostitutiva del datore di lavoro, e sorge solo quando sia prescritto il diritto di chiedere la rendita vitalizia, ovvero quando la rendita vitalizia non possa più essere richiesta all’Istituto né dal datore di lavoro ai sensi del comma primo né dal lavoratore ai sensi del comma quinto in sostituzione del datore di lavoro”.