Riforma pensioni manovra 2026, tra le ipotesi di uscita anticipata e la necessità di risparmio. In vista dell nuova Legge di Bilancio si alternano le ipotesi del Governo per contenere i costi della previdenza. Non si esclude che la bozza della Manovra 2026 possa circolare nella prossima seduta del Consiglio dei Ministri. Intanto, i dati Inps evidenziano che le nel primo semestre 2025 le pensioni anticipate sono state poco meno di 98mila, contro le oltre 118mila dello stesso periodo del 2024. L’INPS, che ha chiuso il 2024 con un saldo positivo di 15 miliardi e contributi in aumento del 5,5%, assicura che il sistema rimane sostenibile, pur in un contesto demografico in prospettiva molto difficile.
RIFORMA PENSIONI MANOVRA 2026, LE IPOTESI
Recentemente si è parlato in particolare di blocco dell' adeguamento dell'età di pensione all'aspettativa di vita, che sarebbe in programma dal 2027; utilizzo del TFR per raggiungere la soglia minima di accesso alla pensione anticipata contributiva; fine di quota 103 ma conferma di Opzione donna; conferma dell'incentivo Maroni-Giorgetti per chi resta al lavoro con i requisiti per l'anticipo pensionistico.
IL CONGELAMENTO DELL'ETA' PENSIONABILE
Per il biennio 2027-2028 si valuta di bloccare l’aumento di tre mesi dell’età di pensionamento che sarebbe previsto dalla legge vigente per adeguarsi alla migliore aspettativa di vita certificata l'anno scorso dai dati ISTAT. Per contenere i costi di questo mancato "rinvio" generalizzato delle pensioni, stimati in circa 2 miliardi – si pensa a “mini-finestre” di 1-2 mesi che procrastinano l’accesso all'assegno di pensione, rispetto al momento di maturazione del diritto.
Secondo la legge Fornero, dal 2027 i requisiti per andare in pensione dovrebbero aumentare automaticamente di tre mesi, in base all’allungamento dell’aspettativa di vita: pensione di vecchiaia → da 67 anni a 67 anni e 3 mesi; Pensione anticipata → da 43 anni a 43 anni e 1 mese di contributi per gli uomini, e da 42 anni a 42 anni e 1 mese per le donne.
Per evitare questo aumento automatico, i tecnici stanno valutando diverse soluzioni. A partire dal blocco dello “scalino” di 3 mesi nel 2027. Per la pensione di vecchiaia: resterebbe l’età attuale, 67 anni; per la pensione anticipata: il blocco varrebbe solo per chi ha già compiuto 64 anni. Chi non ha ancora 64 anni dovrebbe comunque aspettare i tre mesi in più. Questo meccanismo lascerebbe fuori circa 170 mila lavoratori. Tutto è ancora da definire.
RIFORMA PENSIONI MANOVRA 2026, LE ANTICIPATE
Dalle ultime indiscrezioni sembra che la pensione anticipata con Quota 103 non dovrebbe essere piu prorogata, in quanto molto poco utilizzata. Resta aperto invece il confronto su Opzione donna che il Governo intenderebbe riconfermare migliorandone gli importi oggi molto bassi.
Come suggerito dal Senatore Durigon in quota lega, per rafforzare le pensioni anticipate contributivo si pensa a un possibile utilizzo dellle somme Trattamento di fine rapporto (TFR) accantonato presso l’INPS per rendere più accessibile l’uscita a 64 anni, ad oggi prevista solo per chi si trova interamente nel sistema contributivo e dispone anche di forme di previdenza complementare, a condizione che l’assegno raggiunga almeno tre volte l’importo sociale.
Infatti la novità proposta dal Sottosegretario prevede da un lato di consentire anche ai lavoratori con contribuzione mista (in parte retributiva e in parte contributiva) di accedere alla pensione anticipata a 64 anni; dall’altro permettere di utilizzare il TFR maturato e custodito presso l’INPS per raggiungere la soglia minima richiesta.
In altre parole, il TFR verrebbe trasformato in una sorta di “integrazione previdenziale” per colmare il divario di chi non ha versato contributi sufficienti o non dispone di un fondo pensione complementare.
RIFORMA PENSIONI MANOVRA 2026, PROROGA BONUS MARONI- GIORGETTI
Infine, probabile anche la proroga del bonus Maroni-Giorgetti, che riconosce in busta paga la somma pari ai contributi a carico del lavoratore (9,19% della retribuzione) a chi, pur avendo i requisiti di Quota 103, resta al lavoro. In questo modo si lascia libertà di scelta al lavoratore tra uscita anticipata (con qualche conseguenza sull'assegno pensionistico futuro) e pensionamento ordinario (con bonus immediato.
DEDUCIBILITA' FONDI PENSIONE
Le misure per incentivare l’adesione ai fondi pensione dovrebbero riguardare soprattutto i giovani (oggi aderisce solo il 29,9% degli under 35), che sono più a rischio di "povertà pensionistica" in futuro. Non si parla più di silenzio-assenso, considerato troppo costoso, ma dovrebbe essere innalzata la soglia di deducibilità delle somme versate alla previdenza integrativa (oggi pari a poco più di 5 mila euro annui) cosi da renderla più conveniente per i lavoratori.