Riforma dei patronati, Inac- Cia spalanca le porte agli addetti ai lavori per il primo meeting nazionale che si terrà a Roma il 30 e 31 gennaio. Sarà l'occasione per aprire un dibattito a maglie strette con politica, pubblica amministrazione e i patronati più rappresentantivi del Paese. Al centro della due giorni, che vedrà una sessione esterna e una interna- la riforma della Legge 152 del 2001, che limita l'operatività delle strutture e ne condiziona l'efficacia.
Per rilanciare il ruolo di primo piano degli enti di pubblica utilità, che da anni dimostrano e testimoniano un ruolo di primo piano nell'intermediazione tra pubblica amministrazione e cittadini, Inac-Cia decide di promuovere un confronto a più voci e fornire al Sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon tutte le istanze e le criticità degli operatori, utili al disegno di una nuova impalcatura legislativa e quindi operativa.
Già da tempo l'Istituto attraverso il suo presidente Alessandro Mastroncinque ha aperto un dialogo con il referente istituzionale con delega ai patronati. Prima attraverso un colloquio privato, poi in occasione del primo tavolo istituzionale convocato ad hoc presso il Ministero. Il Patronato Inac promuove a tal proposito una tavola rotonda con l'intento di dialogare per generare una proposta unica da consegnare al Sottosegretario.
Il sistema dei Patronati in realtà è già pronto ad affrontare il cambiamento. Le voci di dentro sono consapevoli delle sfide che li attendono e chiedono l'opportunità di poter intercettare al meglio i grandi cambiamenti sociali della contemporaneità, per offrire risposte adeguate. Non solo con la pandemia, le strutture hanno dimostrato grande capacità di resilienza e un avamposto della presenza dello Stato, ma anche alla luce dell'aumento delle sacche di povertà e una moltiplicazione di nuovi bisogni. Il welfare rappresenta una fetta importante della struttura statale e i patronati sono le infrastrutture sociali su cui si muove.
Oggi i patronati cubano 13 mila operatori altamente formati e qualificati, che rispondono alle esigenze dei cittadini ma garantiscono l'operatività delle disposizioni e dei provvedimenti che arrivano dallo stato centrale. Si tratta di una fetta importante del capitale umano che è la cifra distintiva della capillarità delle sedi, metropolitane e territoriali. Si tratta di quel capitale umano che ancora ha la meglio rispetto alle voci metalliche dei pc o delle bot chat che guidano il cittadino-utente nella compilazione di una domanda.
Tutto questo Inac- Cia lo sa bene e per questo si fa promotore dell'incontro. L'obiettivo è partire dalla Legge 152 del 2001 vecchia di 23 anni e scritta in una realtà e per un contesto che non esiste più. Partendo dalla necessità di riformare l'impianto normativo, l'Istituto intende sollevare tutte le criticità del sistema, per individuare soluzioni e proposte.