Rapporto annuale Inps: "In pensione in media a 64,2 anni, aumento del lavoro stabile, ma calo del potere d'acquisto. Donne penalizzate dopo l'arrivo dei figli". Il Rapporto annuale dell'Istituto nazionale della previdenza sociale presentato ieri al Palazzo della Civiltà del Lavoro di Roma alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella e del Presidente della Camera Attilio Fontana ha messo in luce diverse anomalie. La prima è la grave disparità che insiste tra la pensione media degli uomini e quella delle donne: la prima è superiore alla seconda del 35%. Tra gli altri argomenti affrontati, è stata citata anche l'età anagrafica del collocamento a riposo e i pensionamenti a 64,2 anni che nel lungo periodo potrebbero comportare degli squilibri del sistema previdenziale.
Nella presentazione del rapporto è emersa la centralità dell'Istituto di Previdenza come impalcatura del welfare e dello stato sociale. Lo stesso Presidente Gabriele Fava ha sottolineato che l'Inps serve oltre 52 milioni di utenti, attraverso l'erogazione di più di 400 prestazioni socio assistenziali e previdenziali, che ne fanno una delle più grandi e articolate infrastrutture pubbliche d'Europa. Un lavoro che viene svolto da 26mila dipendenti, che operano in oltre 600 uffici dislocati su tutto il territorio nazionale. ''Nel 2023 sono stati erogati 625 milioni di servizi, tutti digitalizzati, che corrispondono, in media, a 10 prestazioni assistenziali e previdenziali pro capite all'anno'', ha dichiarato il presidente.
RAPPORTO ANNUALE INPS, STABILE IL NUMERO DEI PENSIONATI, MA ATTESO PEGGIORAMENTO DEL RAPPORTO TRA PENSIONATI E CONTRIBUENTI
''Nel 2023 il numero di pensionati è rimasto sostanzialmente stabile, intorno ai 16 milioni, con una spesa di poco meno di 347 miliardi di euro'', si legge ancora nel rapporto in cui si sottolinea che ''lo scenario demografico attuale, caratterizzato dall’aumento dell’età media della popolazione, dal calo della fecondità e dalla riduzione della popolazione in età lavorativa, non compensati dall’immigrazione, sta determinando un peggioramento del rapporto tra pensionati e contribuenti''.
RAPPORTO ANNUALE INPS, I DATI PIU' RILEVANTI
Il documento licenziato dall'Istituto rivela che la pensione media degli uomini è superiore del 35% a quella delle donne, con un importo lordo medio di 2.056 euro contro i 1.524 per le donne. A un aumento lordo dei salari monetari del 6,8% si è registrato un aumento dei prezzi attorno al 15-17%.
L'età media di accesso alla pensione in Italia, grazie alla possibilità di uscire in anticipo rispetto all'età di vecchiaia, è di 64,2 anni e questo, insieme alla generosità dei trattamenti rispetto all'ultima retribuzione, rischia di creare squilibri per il sistema previdenziale. Il Rapporto Inps cita testualmente che "Le previsioni Eurostat per l'Ue relative agli andamenti demografici fanno presagire un peggioramento del rapporto tra pensionati e contribuenti, con rischi crescenti di squilibri peri sistemi previdenziali, soprattutto per quei paesi, come l'Italia, dove la spesa previdenziale è relativamente elevata".
LA PENSIONE MEDIA DEGLI UOMINI E' SUPERIORE A QUELLA DELLE DONNE
Al 31 dicembre 2023 i pensionati erano circa 16,2 milioni, di cui 7,8 milioni di maschi e 8,4 milioni di femmine per un importo lordo complessivo delle pensioni erogate di 347 miliardi di euro. "Sebbene rappresentino la quota maggioritaria sul totale dei pensionati (il 52%), si legge, le femmine percepivano il 44% dei redditi pensionistici, ovvero 153 miliardi di euro contro i 194 miliardi dei maschi. L'importo medio mensile dei redditi pensionistici percepiti dagli uomini era superiore a quello delle donne di circa il 35%. Per gli uomini il reddito da pensione è in media di 2.056,91 euro mentre per le donne è di 1.524,35 euro.
RAPPORTO ANNUALE INPS, REGISTRATO AUMENTO DEL LAVORO STABILE RISPETTO AL 2019
Nel 2023 i lavoratori iscritti all'Inps con almeno una settimana di contributi sono stati 26,6 milioni, oltre 1,08 milioni in più del 2019. L'Inps che segnala come la differenza rispetto all'Istat dipenda dal fatto che l'Istituto di statistica faccia un'indagine campionaria mentre l'Inps dà un dato di flusso annuo. Le settimane lavorate in media nel 2023 per ogni assicurato sono state 43,1 a fronte delle 42,9 medie del 2019. Hanno trainato l'aumento i dipendenti privati a tempo indeterminato mentre si sono ridotti gli autonomi. Si registrano 540 mila lavoratori in più nati in Paesi extra Ue.
RAPPORTO ANNUALE INPS, AUMENTANO LE RETRIBUZIONI MA CALA IL POTERE D'ACQUISTO
Nel Rapporto Inps si sottolinea come si sia registrato un aumento lordo dei salari monetari del 6,8% nel periodo a fronte di un aumento dei prezzi attorno al 15-17%. L'aumento delle retribuzioni monetarie è del 10,4% netto tra il 2021 e il 2023 anche grazie agli interventi di decontribuzione.
"L'effetto complessivo dell'esonero contributivo, del trattamento integrativo, delle modifiche alle aliquote e alle detrazioni - si legge - ha contribuito ad attutire in maniera importante l'impatto dell'inflazione. Se analizziamo, infatti, la variazione della retribuzione netta corrispondente al salario medio lordo degli anni 2021 e 2023, l'incremento sale da circa il 6,9% per il lordo ad un più consistente 10,4% per il netto. Si tratta, in ogni caso, di un valore ancora distante dal recupero pieno dell'inflazione".
IL 18% DELLE DONNE RISCHIA DI USCIRE DAL MONDO DEL LAVORO CON LA NASCITA DI UN FIGLIO
Con la nascita di un figlio sale la probabilità di uscita dal lavoro per la donna e si riduce per l'uomo. A sette anni dalla nascita del figlio la probabilità di uscita dal lavoro è del 5% per gli uomini e del 10% per le donne. La nascita pesa anche sui redditi, con le donne che perdono il 16% dei redditi se hanno il congedo di maternità e il 76% dei redditi se non possono contare su questo ammortizzatore. La nascita di un figlio non incide negativamente sui reddito degli uomini che anzi a 7 anni dalla nascita di un figlio contano in media su un incremento del reddito di circa il 50%.
RAPPORTO ANNUALE INPS, INTERCETTATE 266 MILA DOMANDE DI RDC A RISCHIO FRODE NEL 2023
L'Inps ha intercettato nel 2023 oltre 266 mila domande di Reddito di cittadinanza a rischio frode con il risparmio di 1,05 miliardi. Lo si legge nel Rapporto che ha presentato il Sistema di Business Intelligence per la legalità e la lotta agli abusi che "permette di intercettare, tramite scenari di rischio, comportamenti fraudolenti già posti in essere o anche solo potenziali attraverso l'analisi e l'elaborazione statistica dei dati." Sibilla applicato al Reddito di cittadinanza nel 2023, spiega l'Inps, ha intercettato 266.105 domande per un importo medio di 562,78 euro per 7 mensilità per un totale di risparmio che supera il miliardo.
ASSEGNO DI INCLUSIONE PER 695 MILA FAMIGLIE NEL PRIMO SEMESTRE 2024
Nel periodo gennaio-giugno 2024 sono stati circa 695 mila i nuclei familiari, per circa 1,67 milioni di persone coinvolte, che hanno ricevuto il pagamento di almeno una mensilità dell'Assegno di inclusione, con un importo medio mensile erogato pari a 618 euro. I nuclei beneficiari soprattutto nelle regioni del Sud e nelle Isole, raggiungendo il 69% del totale. Seguono le regioni del Nord con il 18% e infine quelle del Centro con il 13%.