Pensioni minime, la manovra prevede un incremento nel 2025 e nel 2026: arriveranno a 617,77 euro. Il Disegno di Legge sul Bilancio licenziato dall'esecutivo Meloni ha ottenuto la firma del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e si prepara ad essere presentato al Parlamento. Il testo della Legge Finanziaria si compone di 144 articoli per complessivi 30 milioni di euro lordi. Misure fiscali, revisione della spesa, pensioni e nuovi bonus tra le altre voci inserite.
PENSIONI MINIME, LA MANOVRA PREVEDE UN INCREMENTO NEL 2025 E 2026: ARRIVERANNO A 617,77 EURO
Il dossier pensioni sta catturando l'attenzione di una importante platea la manovra prevede un incremento del 2,2% nel 2025 e dell’1,3% nel 2026 per gli assegni di importo pari o inferiore al trattamento minimo. Le pensioni arriveranno a 617,9 euro dai 614,77 attuali perché la base di calcolo è quella precedente all’aumento del 2,7% dato l’anno scorso maggiorata con il recupero dell’inflazione pari all’1%.
Sempre sul tema, è previsto il cosiddetto bonus Maroni: i lavoratori con i requisiti per l’accesso a Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi oltre al periodo di finestra mobile) che decidessero di restare al lavoro “possono rinunciare all’accredito contributivo della quota dei contributi a proprio carico” e riceverli in busta paga. Questi contributi non concorrono alla formazione del reddito.
NON SOLO PENSIONI MINIME IN MANOVRA, MA ANCHE LE MISURE PER LA FAMIGLIA
Per la famiglia, si introduce il bonus nuove nascite. Al fine di incentivare la natalità e contribuire alle spese per il suo sostegno, il Governo ha disposto per ogni figlio nato o adottato dal 1° gennaio 2025 un bonus una tantum di 1.000 euro. La cifra non concorre alla formazione del reddito ed è corrisposto per i figli di cittadini italiani, di uno Stato Ue o di uno Stato non appartenente all’Ue in possesso del permesso di soggiorno europeo “per soggiornanti di lungo periodo o titolari di permesso unico di lavoro” o per motivi di ricerca di almeno sei mesi. La condizione prevista è che il nucleo familiare abbia un Isee inferiore a 40 mila euro annui.
SPESE SANITARIE E MUTUI PER LA CASA ESCLUSE DAL TETTO DELLA REVISIONE DELLE DETRAZIONI
Nel testo della manovra è anche previsto che le spese sanitarie e quelle relative ai mutui per la casa sono escluse dal tetto della revisione delle detrazioni. Nel testo si legge testualmente: “Sono escluse dal computo dell’ammontare complessivo degli oneri e delle spese le spese sanitarie detraibili così come sono esclusi gli oneri sostenuti in dipendenza di prestiti o mutui contratti fino al 31 dicembre 2024”. Inoltre “a fini del presente articolo, il reddito complessivo è assunto al netto del reddito dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale”.