Pensioni dipendenti pubblici, rinviata di un anno la prescrizione dei contributi omessi. Con la recente circolare, l'Istituto di Previdenza rende noto che è stata rimandata fino al 31 dicembre 2025 l’inapplicabilità dei termini di prescrizione dei contributi di previdenza e di assistenza sociale obbligatoria dovuti dalle pubbliche amministrazioni alla Gestione Dipendenti Pubblici (GDP), per i periodi retributivi fino al 31 dicembre 2020, e alla Gestione Separata.
L’applicazione della nuova scadenza interessa la contribuzione relativa sia ai trattamenti pensionistici, sia ai trattamenti di previdenza (trattamenti di fine servizio e di fine rapporto), dei quali sono beneficiari i lavoratori dipendenti delle pubbliche amministrazioni.
PENSIONI DIPENDENTI PUBBLICI, LE AMMINISTRAZIONI CHE VERSERANNO I CONTRIBUTI NON AVRANNO SANZIONI CIVILI
In merito all’inapplicabilità del regime sanzionatorio, le amministrazioni pubbliche che provvederanno, entro il 31 dicembre 2025, all’adempimento, anche in modalità rateale, non saranno tenute a corrispondere le sanzioni civili. Fino a fine anno le amministrazioni pubbliche potranno sanare le omissioni contributive prescritte, cioè anteriori al 31 dicembre 2020, anche con riguardo ai collaboratori coordinati e continuativi. I chiarimenti in un documento dell’Inps.
L’agevolazione riguarda le sole amministrazioni pubbliche di cui al dlgs n. 165/2001 e si riferisce sia alle contribuzioni previdenziali che quelle per il finanziamento dei trattamenti di fine servizio o di fine rapporto. Analoga proroga interessa i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa o rapporti per figure assimilate e la denuncia dei compensi effettivamente erogati.
PENSIONI DIPENDENTI PUBBLICI, IL RINVIO DELLA PRESCRIZIONE DEI CONTRIBUTI PREVISTO DAL MILLEPROROGHE
Il Milleproroghe 2025 dispone che fino al 31 dicembre 2025 sono inapplicabili i termini di prescrizione dei contributi dovuti nei confronti dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni di cui al dlgs n. 165/2001 per i periodi retributivi sino al 31 dicembre 2020 nelle gestioni Ex-Inpdap (CTPS, CPDEL, CPS, CPI e CPUG) oltre che alla gestione separata dell’Inps (per i rapporti di collaborazione). Il differimento riguarda anche la contribuzione relativa ai trattamenti di fine servizio o di fine rapporto.
In sostanza le Pa avranno ancora un anno per effettuare i versamenti delle contribuzioni omesse. Per i periodi retributivi sino al 31 dicembre 2004 afferenti alle gestioni Ex-Inpdap (CTPS, CPDEL, CPS, CPI e CPUG) la procedura è ancora più facile: la regolarizzazione si realizza con la sola trasmissione dei flussi retributivi corretti da parte delle Pa senza necessità di effettuare i relativi versamenti contributivi.
Lo slittamento riguarda anche il regime sanzionatorio, messo in stand-by se le Pa assolveranno gli oneri entro il 31 dicembre 2025 anche in modalità rateale (a condizione che la domanda di rateazione sia presentata entro la predetta data).