Pensioni all'estero, l'Inps paga pensioni in 160 Paesi con una spesa di 1,6 miliardi. Riflettori accesi sugli italiani che rientrano e i pensionati che emigrano. Pensioni da e per l’estero: l’analisi della Fondazione Migrantes e dell’INPS. In occasione del convegno "Migrazione. Da fenomeno sociale a fattore identitario" che si è tenuto a Roma a Palazzo Wedekind, i due istituzioni hanno relazionato sulle implicazioni pensionistiche della presenza degli italiani all'estero, quantificati in oltre 6 milioni.
Mentre per l'Istituto di Previdenza il tema dell'emigrazione non è solo un fatto numerico, ma è l'accompagnamento del lavoratore migrante ad una scelta di vita, al trasferimento, e alla tutela dell'esercizio del diritto alla libera circolazione dei lavoratori, per la Fondazione Migrantes, i lavoratori rappresentano un capitale umano che ha costruito la ricchezza degli stati in cui ha prestato lavoro, tale per cui, il rientro in Italia da pensionati, favorisce economie di scala.
PENSIONI ALL'ESTERO, COINVOLTI 160 PAESI
Massimo Colitti, Dirigente della Direzione centrale Pensioni INPS, ha approfondito il tema delle pensioni pagate all’estero dall’Istituto, che nel 2023 sono state oltre 310.000, per un importo complessivo di circa 1.6 miliardi di euro. Il pagamento delle pensioni all’estero interessa circa 160 Paesi, la maggior parte localizzati nel continente europeo, in America settentrionale, Oceania e America meridionale.
La tipologia di pensioni pagate all’estero comprendono sia le pensioni in regime nazionale, liquidate sulla base dei soli periodi assicurativi italiani, sia le pensioni in regime internazionale, liquidate totalizzando i periodi assicurativi italiani ed esteri, in applicazione dei Regolamenti UE o degli Accordi/Convenzioni bilaterali di sicurezza sociale stipulati dall’Italia con Paesi extra UE. Le pensioni in regime internazionale sono state nel 2023 circa 682.000, di cui circa 245.000 (pari al 36%) pagate all’estero per un importo di poco più di 562 milioni di euro.
PENSIONI ALL'ESTERO, I DATI DELLA FONDAZIONE MIGRANTES: L'UNICA ITALIA DINAMICA E' QUELLA CHE VA A VIVERE FUORI
Delfina Licata, coordinatrice del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes, ha evidenziato come l’unica Italia realmente dinamica e in crescita sia quella che va a vivere all’estero. L’Italia, d’altra parte, è strutturalmente legata alla mobilità in entrata e in uscita. Dopo la brusca frenata dovuta alla pandemia, nell’ultimo anno anche le famiglie hanno ricominciato a spostarsi (il 14,7% sono minori) così come gli anziani (il 5,5% ha più di 65 anni).
Se da 2006 la presenza italiana nel mondo è cresciuta di oltre il 97%, quella delle donne italiane, in particolare, è più che raddoppiata (+106%). Articolati i profili, molteplici le motivazioni, complesse le storie: la mobilità italiana si caratterizza per essere eterogenea, bisognosa di analisi costanti, multidisciplinari e interculturali.
PENSIONI ALL'ESTERO, QUANTI SONO I PENSIONATI ITALIANI
I pensionati italiani che decidono di trasferirsi all’estero sono crollati del 24% rispetto al 2019. Giù anche le partenze verso il Portogallo, dopo l’abolizione dell’aliquota al 10% del governo. Come riporta il Corsera, l’Inps paga pensioni all’estero in circa 160 Paesi. Nel 2023 le pensioni pagate all’estero sono state oltre 310mila, per un importo complessivo di circa 1,6 miliardi. Rappresentano il 2,3% del totale delle pensioni erogate dall’Istituto.
Sono pagate all’estero sia le pensioni in regime nazionale, liquidate sulla base di soli periodi assicurativi italiani, che pensioni in regime internazionale, liquidate totalizzando i periodi assicurativi maturati in Italia con quelli maturati in altri Paesi che hanno stipulato con l’Italia accordi o convenzioni bilaterali di sicurezza sociale. Le pensioni in regime internazionale sono circa 680mila, di cui il 36% pagate all’estero, per un importo di circa 562 milioni di euro.
PENSIONI ALL'ESTERO, I MIGRANTI CHE RIENTRANO NEL PAESE D'ORIGINE
Molti sono coloro che, dopo aver lavorato e conseguito la pensione in Italia, hanno deciso di tornare nel Paese d’origine. Ma solo il 26,3% delle pensioni all’estero è pagato agli stranieri, dato destinato ad aumentare. Siamo, d’altronde, di fronte a due tipologie di pensionati migranti differenti: i pensionati italiani e i pensionati stranieri. I primi registrano un trend negativo, rispetto al 2019, del 24%, andamento che riguarda sia quelli che si dirigono verso i Paesi che offrono vantaggi economici fiscali, sia coloro che, invece, sono spinti dal desiderio di raggiungere i figli nel frattempo stabilitisi all’estero.
ITALIANI CHE RIENTRANO IN ITALIA DA PENSIONATI, IL "RIMBORSO POSTUMO"
In occasione della presentazione del Rapporto Migrantes è emersa anche quella che il deputato in quota Pd Toni Ricciardi ha definito "rimborso postumo", relativo ai lavoratori italiani che rientrano in Italia per la pensione. Un flusso di persone con un elevato impatto sociale ed economico, perchè spalma economie laddove si vive lo spopolamento. Lo stesso deputato e storico delle migrazioni ha quantificato in 10 miliardi l'anno, la somma che viene trasferita ai canali Inps dai paesi in cui gli italiani hanno lavorato. La Svizzera versa oltre 2 miliardi di euro l'anno in Italia, e 1,3 miliardi arrivano dalla Germania, come come da tutti gli altri Paesi della migrazione del secondo dopoguerra. Il Rimborso postumo è relativo alla perdita di capitale umano di 40 anni fa compensato dai ritentri di oggi.
PENSIONI ALL'ESTERO, LA META DEL PORTOGALLO
Sono diminuite le partenze verso il Portogallo, passando dalle oltre 700 del 2019, alle 114 del 2023, scendono le partenze verso la Spagna, che nel 2023 si sono ridotte di circa l’8% rispetto al 2019. Scendono anche i trasferimenti verso i Paesi dell’Est: Romania, Polonia, Bulgaria, Moldavia. Uniche due eccezioni riguardano la Tunisia, che registra un +46% nel quinquennio e l’Albania, che dai 10 arrivi del 2019 si è passati ai 100 del 2023. Diminuiscono anche le partenze verso gli USA, verso il Canada, verso l’Australia, ma anche verso la Germania, la Svizzera, la Francia, l’Olanda e il Regno Unito, tutte destinazioni scelte dai pensionati mossi dall’obiettivo del ricongiungimento familiare.
In riferimento al caso portoghese conta molto la scelta di Lisbona che nel 2024 è uscita dall’elenco dei paradisi dove si sono rifugiati in questi anni un certo numero di pensionati italiani che hanno scelto il Paese lusitano come loro residenza. E’ stata eliminata l’imposta fissa del 10% per i pensionati (ma fino al 2020 l’esenzione era totale) e del 20% per professionisti e nomadi digitali.
LO SMART WORKING HA RIDOTTO LE PARTENZE NELLA TERZA ETA', MA E' RADDOPPIATA QUELLA DEI GIOVANI
Si registrano meno partenze nella terza età. Complice la comunicazione digitale, che consente di mantenere rapporti quotidiani anche a distanza, e lo smart working, che permette rientri più lunghi rispetto a quelli stabiliti dalle ferie. Discorso diverso riguarda i pensionati stranieri che fanno rientro nel proprio Paese.
Dal 2006 ad oggi la crescita della presenza italiana all’estero è però raddoppiata. Ogni anno circa centomila partenze per la sola motivazione espatrio, il 45% delle quali vede protagonisti giovani tra i 18 e i 34 anni e il 23% giovani adulti dai 35 ai 49 anni.