Pensioni 2025, le novità introdotte dalla manovra. Ecco la "rendita" per i lavoratori contributivi utile a raggiungere la soglia minima per le uscite a 67 e 64 anni. Sono però necessari 25 anni di versamenti. La commissione Bilancio alla Camera ha approvato il testo con integrazioni rispetto a quello iniziale. Infatti la versione originaria della legge di bilancio varata del governo già prevedeva in partenza una sorta di aiuto dalle forme “integrative” in favore di chi ha cominciato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 ed è quindi totalmente nel regime contributivo.
PENSIONI 2025, PER RAGGIUNGERE LA SOGLIA DELL'ASSEGNO SOCIALE I LAVORATORI POTRANNO UTILIZZARE LA RENDITA DELLA PENSIONE COMPLEMENTARE
Dal prossimo anno per raggiungere la soglia dell’assegno sociale (534,41 euro mensili) necessaria per accedere al pensionamento con 67 anni di età (equivalenti all’attuale limite di vecchiaia) e almeno 20 di versamenti, i lavoratori potranno utilizzare una quota dell’eventuale rendita della pensione complementare. Un aiuto che dal prossimo 1° gennaio viene esteso, sempre per i soli soggetti integralmente contributivi, anche al pensionamento anticipato con 64 anni d’età, ma con il vincolo di aver maturato almeno cinque anni di contribuzione in più di quella normalmente richiesta (25 anziché 20), che dal 2030 diventano dieci (30 anni invece di 20).
La contribuzione dovrà essere via via adeguata agli incrementi alla speranza di vita. In questo caso la quota della "rendita" dall’adesione alle forme integrative può concorrere a raggiungere la soglia d’importo minimo richiesta, che è pari a tre volte l’assegno sociale (1.603,23 euro).
PENSIONI 2025, LA SOGLIA MINIMA SOGGETTA A INCREMENTO DAL 2030 PER COMPENSARE I COSTI DELL'INTERVENTO
Una soglia che, sempre dal 2030, lieviterà a 3,2 volte l’assegno sociale, per compensare i costi dell’intervento. Non solo: il Mef ha imposto una specifica clausola di monitoraggio, che, sulla base della rilevazione periodica dell’Inps in caso di necessità prevede la possibilità a far scattare la riduzione di autorizzazioni di spesa, di far salire ulteriormente la soglia minima oppure di far scattare il differimento della prima decorrenza utile per questa tipologia di pensionamento anticipato.
PENSIONI 2025, COPERTURA PREVIDENZIALE DEI GIOVANI: I NEOASSUNTI POTRANNO VERSARE MAGGIORAZIONI CONTRIBUTIVE VOLONTARIE E DEDUCIBILE AL 50%
È invece stata approvata una modifica che punta a irrobustire in qualche modo la “copertura previdenziale” dei giovani. Il correttivo punta a consentire ai neoassunti che cominceranno a versare contributi dal 1° gennaio 2025 di utilizzare una maggiorazione contributiva volontaria fino a un massimo di due punti percentuali rispetto a quella a loro carico (9,19% nel caso dei lavoratori dipendenti), che sarà deducibile al 50% dal reddito complessivo ai fini fiscali.
In questo modo il montante contributivo individuale verrebbe incrementato. Il risultato atteso è di rendere un po’ più pesante l’assegno pensionistico, anche in forma “anticipata”, ma soltanto al momento del raggiungimento dei requisiti di vecchiaia. Nel frattempo lo stipendio si assottiglierebbe leggermente.
PENSIONI 2025, AUMENTO DI 8 EURO AL MESE PER I SOGGETTI DISAGIATI OVER 70
Per effetto di un altro ritocco scatterà poi un aumento di 8 euro al mese delle pensioni dei soggetti disagiati over 70 (assegni sociali). In particolare nel 2025 l’importo mensile della maggiorazione sociale del trattamento pensionistico degli over 70 in situazioni disagiate salirà di 8 euro. E lieviterà di 104 euro il reddito massimo che fa decadere dal beneficio.