Pensioni 2024, Durigon conferma Quota 103 e l'aumento delle minime per tutti. Il sottosegretario al Lavoro anticipa la linea del Governo per la prossima manovra in tema di pensioni. Il 2024 si prenannuncia un anno di transizione, che quindi vede la conferma delle misure "ponte" già preannunciate nelle scorse settimane. Oltre alla conferma della proroga per Quota 103, l'esecutivo Meloni lavora per recuperare le risorse necessarie ad aumentare le pensioni minime per tutti, non solo alla fascia anagrafica degli over 65enni come impostato in precedenza.
PENSIONI 2024, DURIGON CONFERMA QUOTA 103: 62 ANNI E 41 DI CONTRIBUTI
Il dibattito sulle pensioni e sulla prossima programmazione da costruire per il 2024 sembra orami delineato. Si accantona definitivamente l'ipotesi di una riforma pensionistica complessiva, come più volte sollecitato dal Patronato Inac e dalle parti sociali. Accantonata anche Quota 41 caldegggiata dalla Lega, così come si rimanda il superamento della Legge Fornero. Per il 2024 sarà prorogata Quota 103, ovvero il provvedimento che permette di andare in pensione con 62 anni di età e 41 anni di contributi.
Come più volte ribadito, la misura adottata avrà la durata di una nno, per consentire agli addetti ai lavori di concertare una migliore e più consona soluzione. Fermo restando l'appostamento di risorse preannunciato sul capitolo pensioni, resta il nodo "indicizzazioni". Anche qui non si esclude una stretta sull'indicizzazione degli assegni più alti, per consentire un ampliamento della forbice sull'innalzamento delle pensioni minime.
L'obiettivo di legislatura resta quello di Quota 41 proposto dal Carroccio, ovvero il collocamento a riposo con 41 anni di contributi a prescindere dall'età. In una recente intervista rilasciata alla stampa, Durigon ha affermato che con l'andare degli anni "l’impatto sui conti pubblici si attenua perché il peso del retributivo sugli assegni diventa sempre più marginale rispetto al contributivo".
PENSIONI 2024, L'OBIETTIVO E' ALZARE LE MINIME PER TUTTI
L'obiettivo di lungo termine perseguito dal Governo è quello di tagliare il cuneo fiscale fino a 7 punti. Per questo, come preannunciato dal Sottosegretario al Lavoro, si punta a confermare il regime di Quota 103 ma anche a garantire un innalzamento degli assegni minimi. Non solo attraverso l'indicizzazione Inps, che per effetto dell'inflazione quest'anno ha portato ad un adeguamento fino a 600 euro, ma anche attraverso risorse del Governo.
E' bene ricordare che un ulteriore incremento in percentuale dell'inflazione, che comporterà obbligatoriamente una "nuova" indicizzazione. Durigon ragiona sull'ipotesi di alzare gli assegni minimi tra i 600 e i 700 euro.
Nel 2023 l'aumento dell'assegno minimo è stato erogato solo ad una fascia ristretta di pensionati. Chi ha meno di 75 anni si è accontentato di un salto di poche decine di euro, mentre gli over 75 sono arrivati molto vicini ai 600 euro al mese. L'intenzione del Governo, sarebbe quella di non ripetere una misura dedicata esclusivamente ai più anziani, ma a tutti i pensionati. Di qui l'intenzione annunciata di aumentare tutti gli assegni bassi e garantire una più ampia platea.