Pensioni 2024. Il capitolo destinato alle pensioni ammonta a 1- 1,5 miliardi. A questa somma dovranno aggiungersi le risorse per indicizzare i trattamenti pensionistici all'inflazione. Il plafond di investimento che sarà inserito nella prossima manovra, attesa per l'autunno, considera in buona sostanza l'adozione di misure ponte per il 2024, per aprire la strada ad una riforma pensionistica strutturale che contempli Quota 41, come proposto dalla Lega.
Il quadro sarà senza dubbio più chiaro al termine delle consultazioni del tavolo tecnico promosso dalla Ministra del Lavoro Calderone, che ha chiesto la collaborazione delle parti sociali e dell'Osservatorio ad hoc. I prossimi due incontri del 5 e del 18 settembre, dovranno delineare un profilo ufficioso delle nuove disposizioni in materia pensionistica. Le misure al vaglio degli addetti ai lavori considerano non solo la corsa all'inflazione e la necessità di adeguamento degli assegni pensionistici, ma anche interventi per i giovani, le mansioni gravose e la tutela previdenziale per le donne. Senza contare un pacchetto di misure ormai certo, per rendere più appetibile l’accesso alla previdenza complementare, non solo ai più giovani. Tutto in un quadro demografico connotato da grave depauperamento.
PENSIONI 2024, UN MINI PIANO PER I GIOVANI CHE ANTICIPA LA PENSIONE DI GARANZIA
Ad oggi l'esecutivo di Governo non ha altra possibilità che quella di confermare le misure in vigore, con Quota 103 bis, affiancata da un prolungamento dell’Ape sociale, ma estesa ad altre categorie di lavoratori impegnate in attività gravose e usuranti, e da un mini-piano per i giovani. Sarebbe quest'ultima la vera novità introdotta dal Dicastero del Lavoro, che punta a coprire i cosiddetti “buchi contributivi” e agevolazioni mirate con l’obiettivo di creare una sorta di corsia preferenziale per la previdenza integrativa.
La manovra dovrebbe introdurre quella che da tempo viene caldeggiata nei confronti, ovvero la pensione di garanzia. Su questa proposta è intervenuto di recente anche il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, che si è detto favorevole, a condizione che ci siano risorse a sufficienza.
PENSIONI 2024, LA NOTA DI AGGIORNAMENTO DEL DEF DETERMINA LE RISORSE DISPONIBILI
In attesa della fine settembre, quando sarà presentata la Nota di Aggiornamento del Def, ed emergerà la reale disponibilità finanziaria entro cui bisognerà costruire la nuova legge di bilancio, si predispone un canovaccio di basso profilo. Oltre alle misure ponte, sul tavolo resta l'ipotesi di una introduzione di Quota 41 in versione strettamente contributiva, magari per un solo anno e, se necessario, anche in forma selettiva, ovvero in una prima fase limitata a una sola serie di categorie di lavoratori.
PENSIONI 2024, IL SUPER CONTRATTO DI ESPANSIONE
Sono in corso simulazioni e analisi tecniche sul cosiddetto super contratto d’espansione. Si tratta di un nuovo strumento unico per gli esodi incentivati da vincolare anche a nuove assunzioni e da estendere alle Pmi che assorbirebbe gli attuali assegni ad personam nell’ambito di trattative aziendali, l’isopensione e, appunto, il contratto di espansione nella versione ora in vigore.
SI ATTENDE UN RESTYLING DI OPZIONE DONNA
Una nuova configurazione di Opzione donna dovrà alleggerire la stretta scattata con l’ultima legge di bilancio. Al vaglio dei tecnici c'è la possibilità di attivare per le lavoratrici un meccanismo sulla falsariga di quello dell’Ape sociale con un limite di età minimo che potrebbe essere fissato a 60 anni.
PENSIONI 2024, IL NODO RIVALUTAZIONI
La rivalutazione delle pensioni impegna una buona fetta della manovra da licenziare. Il meccanismo con “penalizzazioni” progressive per i possessori di assegni più ricchi è stato alimentato con circa 2,1 miliardi quest’anno, altri 4,1 miliardi nel 2024 e più o meno altrettanti nel 2025. La perequazione sarà leggermente più bassa perché l'inflazione dovrebbe attestarsi attorno al 6%, ma resta il problema della reperibilità delle risorse, a meno che non si voglia ulteriormente tagliare. Nonn è ancora stato definito se per il 2024 sarà confermato l'irribustimento degli assegni, che ad oggi è arrivato a 600 euro per gli over 75.
PENSIONI 2024, I GIOVANI DESTANO PREOCCUPAZIONE: UNDER 35 IN PENSIONE A 74 ANNI E CON MENO DI 1.600 EURO LORDI
Il calcolo è stato diffuso dalla ricerca "Situazione contributiva e futuro pensionistico dei giovani’, realizzata dal Consiglio nazionale dei giovani assieme a Eures. Se la permanenza al lavoro per i lavoratori dipendenti che oggi hanno 35 anni di età, si protraesse fino al 2057, determinando così un ritiro quasi a 74 anni (73,6), l’importo dell’assegno pensionistico ammonterebbe a 1.577 euro lordi mensili.
PENSIONI 2024, PROIEZIONI PER I LAVORATORI CON PARTITA IVA
Per i lavoratori in partita iva (sempre con permanenza fino al 2057 e un ritiro a 73,6 anni) l’importo dell’assegno pensionistico ammonterebbe a 1.650 euro lordi mensili (1.128 al netto dell’Irpef), valore che equivale a 3,3 volte l’importo dell’assegno sociale. Oltre alle disuguaglianze reddituali, che altera la dimensione redistributiva, penalizza fortemente i lavoratori con redditi più bassi, e li costringe a rimanere nel mercato del lavoro (al di là dell’anzianità contributiva) per tre o addirittura sei anni più a lungo. Si tratta degli effetti della precarizzazione che coplisce giovani e donne, e che mina le garanzie sociali.
Lo studio licenziato da Eures, denuncia che la questione demografica e il passaggio al sistema contributivo puro indeboliranno ulteriormente il sistema pensionistico. Secondo gli studiosi, questa tendenza impone ai cittadini di lavorare più a lungo per ricevere pensioni meno generose rispetto alle generazioni precedenti. La combinazione di discontinuità lavorativa e retribuzioni basse per i lavoratori under 35 determinerà un ritiro dal lavoro solo per vecchiaia, con importi pensionistici prossimi a quello di un assegno sociale.