Pensione di reversibilità 2025, ecco i nuovi limiti di reddito. Ogni anno i limiti di reddito personale per beneficiare del supporto pensionistico sono soggetti a variazioni. Anche nel 2024 sono stati licenziati nuovi limiti reddituali che stabiliscono la soglia per la decurtazione della pensione di reversibilità. I limiti sono legati alla pensione minima, che viene rivalutata annualmente sulla base dell’inflazione media registrata nell’ultimo anno.
PENSIONE DI REVERSIBILITA' 2025, I LIMITI REDDITUALI
Per il 2025 i limiti reddituali dovrebbero essere fissati come segue:
PENSIONE DI REVERSIBILITA', DI COSA SI TRATTA
La pensione di reversibilità è un trattamento pensionistico, riconosciuto dall’INPS ai familiari superstiti di un pensionato deceduto. Ogni anno i limiti di reddito personale per poter beneficiare del supporto pensionistico sono soggetti a modifiche. Infatti, come previsto dalla L. 8 agosto 1995, n. 335, l’importo della pensione di reversibilità è correlato alla situazione economica del superstite.
La percentuale di pensione assegnata varia in base al grado di parentela con il defunto. Questo significa che il coniuge superstite ha diritto al 60% della pensione goduta in vita dal titolare. Invece, al figlio unico superstite- minore, studente o inabile- spetta il 70%. In caso di due figli- o nipoti- superstiti, in assenza di coniuge, essi hanno diritto all’80% della pensione del genitore deceduto. In caso di tre o più figli in assenza di coniuge toccherà loro il 100% della pensione. Queste percentuali saranno confermate anche per il 2025.
PENSIONE DI REVERSIBILITA' ANCHE A FRATELLI E SORELLE, VEDIAMO I CASI
La pensione di reversibilità è destinata a fratelli e sorelle solamente in assenza di coniuge, figli e genitori ed esclusivamente nel caso in cui soddisfino determinate condizioni:
In tal caso spetta un quota pari al 15% per il fratello o per la sorella sola, che sale fino al:
PENSIONE DI REVERSIBILITA', LA CORTE COSTITUZIONALE HA AMPLIATO LA TUTELA SOLIDARISTICA
Sulla tematica della reversibilità è intervenuta in più occasioni la Corte costituzionale, che ha ampliato il raggio di tutela solidaristica: