PISA - "Quando arriva la comunicazione positiva dall'INAIL, la gioia è doppia: quella del lavoratore che vede riconosciuti i suoi diritti e la mia, per aver contribuito a restituire dignità a chi ha sacrificato la propria salute per il lavoro". Con queste parole Dorina Tahiraj, esperta in malattie professionali presso il patronato Inac-Cia di Pisa, riassume la passione che da anni la anima in una delle battaglie più complesse del diritto del lavoro.
Il caso più recente che ha portato al successo riguarda un giovane artigiano di Ospedaletto, nel pisano, nato nel 1983, la cui storia professionale racconta purtroppo una realtà comune a molti lavoratori manuali. Installatore di parquet da diversi anni, l'uomo ha sviluppato nel tempo gravi patologie agli arti inferiori e alla schiena, diretta conseguenza delle sollecitazioni continue a cui è sottoposto il suo corpo durante l'attività lavorativa.
Un mestiere che consuma il corpo
"L'installazione del parquet è un lavoro che richiede principalmente l'uso del busto e costringe l'operaio a lavorare prevalentemente in ginocchio", spiega Tahiraj. "Le continue flessioni, i movimenti ripetitivi e la posizione forzata, possono creare danni alla colonna vertebrale e agli arti inferiori. Non è un caso isolato, purtroppo".
Il giovane artigiano ha ottenuto dall'INAIL il riconoscimento di un indennizzo per danno biologico di oltre 16.000 euro, ma la battaglia legale non si ferma qui. "Stiamo lavorando per ottenere anche la rendita", anticipa l'esperta del patronato. "La normativa vigente prevede questo diritto in presenza di precisi requisiti, che il nostro assistito può dimostrare di possedere grazie alla documentazione medica e lavorativa che abbiamo raccolto".
Una Missione Professionale
Dorina Tahiraj è diventata nel tempo una delle figure di riferimento del patronato Inac-Cia per le malattie professionali, trasformando quella che inizialmente era una competenza tecnica in una vera e propria missione sociale. "Seguo ogni caso con un'applicazione che i miei colleghi definiscono 'maniacale'", ammette sorridendo. "Ma è necessario: ogni dettaglio, ogni documento, ogni certificazione medica può fare la differenza tra il riconoscimento e il rigetto della pratica".
L'approccio metodico di Tahiraj ha portato negli anni a numerosi successi, costruendo una reputazione che va oltre i confini provinciali. "La soddisfazione più grande è condividere la gioia con i lavoratori quando arriva l'esito positivo dall'INAIL. Spesso sono persone che hanno perso la speranza, che pensavano di dover convivere per sempre con le conseguenze dei danni subiti sul lavoro".
La Complessità delle Malattie Professionali
Il riconoscimento delle malattie professionali rappresenta uno degli aspetti più delicati del diritto del lavoro. A differenza degli infortuni, che hanno una causa ed un momento precisi, le patologie professionali si sviluppano gradualmente nel tempo, rendendo più complesso dimostrare il nesso causale tra attività lavorativa e danno alla salute.
"Ogni pratica richiede un lavoro certosino di ricostruzione della storia lavorativa del soggetto", sottolinea Tahiraj. "Bisogna documentare non solo la patologia, ma anche dimostrare che questa sia stata causata dalle specifiche modalità di svolgimento dell'attività professionale. È un percorso lungo e spesso frustrante, ma quando si ottiene giustizia la soddisfazione ripaga di tutti gli sforzi".
Prevenzione e Tutela
Il patronato Inac-Cia continua la sua battaglia quotidiana per la tutela dei diritti dei lavoratori, con professionisti come Dorina Tahiraj che trasformano la competenza tecnica in impegno sociale, dimostrando che dietro ogni pratica burocratica c'è sempre una storia umana che merita rispetto e giustizia.
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Per informazioni e assistenza in materia di malattie professionali è possibile rivolgersi al patronato Inac-Cia di Pisa