Prevenzione, sicurezza e assicurazioni sono tre grandi asset dei diritti sociali, su cui Inail fonda la sua impalcatura. Quali sono le trasformazioni che Lei intravede alla luce dei grandi cambiamenti del mondo del lavoro e come dovrà rispondere l’Istituto?
Da molti anni l’Inail è impegnato per diffondere la cultura della prevenzione come valore e patrimonio comune del Paese; a tal proposito, quindi, con sguardo rivolto in avanti, l’Istituto sta facendo un grande sforzo per progettare nuove strategie prevenzionali, affinché sia possibile gestire non solo i rischi tradizionali ma anche quelli emergenti. Le politiche della sicurezza sono, del resto, inestricabilmente legate al tema della prevenzione ed è anche per questo che l’Istituto, per compiere un salto di qualità, ha da tempo deciso di incoraggiare le imprese virtuose che scelgono di investire in sicurezza, individuando sempre maggiori risorse da destinare alla prevenzione. Le risposte che l’Inail intende mettere in campo sono proiettate anche verso le nuove generazioni: per tale ragione abbiamo inteso rafforzare il legame tra il contesto scolastico e quello lavorativo creando, in sinergia con i Ministeri dell’Istruzione e del Lavoro, una didattica di comportamento preventivo che agisca sul processo di apprendimento delle nostre studentesse e dei nostri studenti, anche tramite esperienze di percezione e consapevolezza del rischio.
Per quanto riguarda infine la funzione assicurativa, che rappresenta il core business dell’Istituto, guardando al futuro ritengo maturi i tempi per agire con determinazione mediante l’elaborazione di specifiche proposte normative, al fine di incrementare il livello delle prestazioni erogate agli assistiti. L’Inail, infatti, affrontando i profondi cambiamenti del mondo del lavoro, intende consolidare la propria missione sociale, sia attraverso azioni proattive volte a rafforzare la tutela della salute di lavoratrici e lavoratori, che attraverso un ulteriore ampliamento della platea destinataria della copertura assicurativa.
Come è possibile migliorare ulteriormente la sinergia tra Patronato e Istituto, soprattutto a livello territoriale, in particolare nelle aree interne, dove si registrano difficoltà di relazione tra gli uffici, a discapito dell’utenza?
La sussidiarietà orizzontale è certamente uno strumento che l’Istituto considera di elevato valore civico e sociale, a beneficio della cittadinanza: è pertanto in questa ottica che l’Inail ha sempre incoraggiato la massima collaborazione con i Patronati, ricercando punti di raccordo, utili a stabilire solide sinergie per avviare azioni coordinate e convergenti verso il nobile obiettivo del miglioramento dei servizi forniti agli utenti, attraverso lo scambio di notizie sulle pratiche patrocinate, la consultazione preventiva a livello centrale e territoriale in occasione di innovazioni legislative e di nuove procedure, l’attivazione di colloqui telematici funzionali alla semplificazione dei procedimenti per l’erogazione delle prestazioni assicurative in relazione ai bisogni e alle attese dei lavoratori.
La collaborazione tra Inail e Patronati - a livello nazionale ma ancor più territoriale – può quindi essere ulteriormente migliorata puntando sull’attività formativa, uno dei migliori strumenti per la diffusione della prevenzione e per elevare il livello di qualità dei servizi dell'Istituto, messi a disposizione degli utenti. Inoltre, si può pensare di accrescere la sinergia già esistente, tra Inail e Patronati, potenziando l’utilizzo del canale telematico per lo scambio di dati ed il confronto sulle tutele riconosciute ai lavoratori colpiti da malattia professionale ed infine promuovendo ancora di più la costituzione di tavoli tecnici con medici e professionisti.
Ci sono possibilità di valorizzare la capillarità delle nostre sedi, per rispondere alle esigenze di Inail, sostenendo la sua azione?
Da molti anni l’Inail ha intrapreso un percorso di cooperazione molto stretta con i Patronati, attraverso la stipula di protocolli per la gestione di piani e programmi operativi comuni.
In tale contesto operativo, la capillarità delle vostre sedi potrà fornire un valore aggiunto al buon andamento di tale iniziativa, soprattutto in relazione ai bisogni dell’utenza, che si fanno via via sempre più differenziati, complessi e delocalizzati ed in considerazione della natura geografica del nostro territorio, caratterizzato anche da piccoli borghi, comunità montane ed isole minori. Inoltre, una struttura capillare come la vostra può senza dubbio essere funzionale alla gestione delle pratiche relative alle istanze di riconoscimento delle malattie professionali, in un’ottica di uniformità di valutazione su tutto il territorio nazionale, migliorando così il livello di tutela. Del resto, gli stessi Istituti di Patronato si sono dovuti adattare ai cambiamenti del mondo del lavoro, che nell’ultimo decennio hanno assunto un ritmo particolarmente accelerato, finendo per modificare i rischi per la salute a cui sono sottoposti lavoratrici e lavoratori e, di conseguenza, anche il quadro delle malattie professionali denunciate e riconosciute.
Un welfare realmente moderno ed al passo con i tempi, è caratterizzato oltre che dalla facilità di accesso per il cittadino e per la chiarezza e trasparenza delle procedure e servizi, anche dalla sua prossimità geografica agli utenti, tenuto conto della complessità del territorio italiano.
Occorre poi prestare la dovuta attenzione al tema dei bisogni differenziati, che un moderno welfare deve considerare come il perno della propria azione, in nome di una personalizzazione e di una flessibilità dei servizi forniti che vadano il più possibile incontro alle diverse esigenze dei cittadini.
Oltre a ciò, è richiesta oggi, a mio parere, una spiccata attenzione per le fasce più deboli e fragili della popolazione orientata all’abbattimento di diverse barriere, da quelle architettoniche a quelle linguistiche e culturali, che rendono più difficoltoso a questi cittadini l’accesso alle prestazioni; d’altronde occorre tener conto anche del fatto che la nostra società si sta rapidamente evolvendo e diviene, ogni giorno che passa, più multietnica e multiculturale.
Il Patronato Inac Cia ha dichiarato il 2023 l’anno dei diritti e delle malattie professionali. Il recente evento, promosso dall’Istituto con il Presidente della Repubblica, testimonia l’impegno verso l’azzeramento del rischio. Ci sono ulteriori novità all’orizzonte? Qual è la prossima sfida?
In uno scenario caratterizzato da rischi emergenti e nuovi, non ancora pienamente conosciuti e quantificabili, appare indispensabile per l’Inail dotarsi di strumenti in grado di fronteggiare tale sfida. Uno di questi strumenti è rappresentato dal “Piano triennale per la prevenzione 2022-2024”, che risponde al duplice obiettivo di formulare politiche di prevenzione lungimiranti, in grado quindi di comprendere ed anticipare i cambiamenti che si stanno determinando nel mondo del lavoro, ed allo stesso tempo intervenire efficacemente per ridurre i rischi già noti. Uno strumento prezioso per l’Istituto, che si regge su tre pilastri: il primo consiste nel programmare interventi di breve periodo, dopo aver condotto una puntuale analisi dei rischi; il secondo lavora su un orizzonte temporale lungo, per delineare le future linee di sviluppo delle politiche di Inail nel difficile contesto delle transizioni digitale, demografica ed ecologica; il terzo ed ultimo pilastro è concepito per preparare ed educare i lavoratori di domani, attraverso interventi che partano dai cicli scolastici primari, per costruire ed “esportare” una solida cultura della sicurezza.