Agia, l’associazione dei giovani imprenditori della Cia- Agricoltori Italiani incassa il sì definitivo in Parlamento della legge sull’imprenditoria agricola giovanile. La Proposta di Legge Carloni che si avvale di diversi emendamenti promossi dal parterre dei giovani in quota Cia, si impone nel panorama giuridico a 24 anni di distanza dal testo precedente. Una vittoria che infrange non solo un muro di cristallo ormai ingessato nel tempo, ma che irrompe con un aventata di modernità in un comparto che reclama innovazione e ammodernamento. Così l’accesso alla formazione, al credito, e la semplificazione delle procedure per l’accesso alla terra, connotano l’impalcatura di un nuovo impianto normativo cucito su misura per gli imprenditori agricoli del futuro. Come sottolineato dal presidente dell’Associazione Nazionale dei Giovani Imprenditori Enrico Calentini, al netto delle innumeroli sfumature sulla produttività e gli andamenti di mercato, i giovani agricoltori necessitano di incentivi diretti per raccogliere il testimone di nonni e genitori, ma anche per iniziare da zero e cimentarsi per la prima volta nel settore primario. “Dopo un anno di lavoro alla stesura del testo di legge, non possiamo che ritenenrci ampiamente soddisfatti di un primo risultato, ma il nostro impegno persevera e siamo pronti a portare avanti tutte le nostre istanze” spiega. L’impegno di Agia si tradurrà primariamente nella richiesta di una maggiorazione della quota di finanziamento sul fondo per favorire il primo insediamento, che è di 20 milioni, ma su cui sono state avanzate aspettative su un possibile effetto moltiplicatore. “Chiederemo la reintroduzione e il rifinanziamento della decontribuzione Inps, che è stata eliminata dalla Legge di Bilancio, ma anche di ampliare gli investimenti in innovazioni, e un fondo di garanzia utile a elargire prestiti alle aziende” continua.
Il dialogo aperto con la Commissione Agricoltura ha riaperto anche una ulteriore porta, quella dell’Oiga, Osservatorio per l’Imprneditorialità Giovanile in Agricoltura, soppresso nel 2012, e composto da Ministero, professionisti e associazioni giovanili agricole. “Ad oggi i giovani imprenditori tornano ad impegnare il posto loro riservato al tavolo del confronto e del dialogo, con la politica e con le istituzioni. Le politiche giovanili si costruiscono con i protagonisti e non possono essere calate dall’alto” spiega Calentini.
Agia “guadagna terreno” e getta le basi per un nuovo protagonismo utile a solcare il tracciato per ribaltare l’assenza delle voci dei giovani, in partecipazione attiva. Alla luce dei grandi cambiamenti climatici e delle trasformazioni della società e quindi della produttività, i giovani si fanno interpreti delle nuove strategie utili a traghettare il complesso sistema della produzione agricola in una nuova era. Di recente Agia ha aperto una valutazione sulle procedure di accesso alla terra. Sul tavolo dell’assise dei giovani della Cia insiste un’ampia frammentazione delle iniziative tese a censire, e a garantire la disponibilità di terreni. La stessa banca della terra considera terreni privati e demaniali, a cui però non è possibile accedere per la frammentarietà delle situazioni che rendono impossibile la stesura di un canovaccio univoco delle disponibilità. “C’è bisogno di mettere insieme tutto e adottare una procedura e un metodo univoche. Per la vendita e l’affitto, per la cessione dei padri ai figli” indica il presidente nazionale. “Bisogna abbattere la burocrazia dove possibile e semplificare l’accesso. L’esperienza registrata con Sibater ci dice che i comuni non hanno partecipato attivamente al censimento e alla messa a disposizione dei terreni incolti. E non escludo che nella nuova meteodologia da adottare per l’assegnazione, dovrebbe essere inserito l’obbligo di affidare i terreni come garanzia di tutela. Per mitigare rischi idrogeoligici, per la tutela del paesaggio, dell’ecosistema, per consentire ai giovani di fare reddito e costruire un futuro”.
L’accesso alla terra viene garantito da Ismea. Le misure aperte tramite i Psr dalle Regioni non contemplano finanziamenti utili all’acquisto di terreni. Il bando Generazione Terra è particolamente ambito. “La misura c’è, ma il Governo non ha confermato le risorse. Il secondo bando utilizzerà le risorse avanzate dal primo, che non ha riscosso particolare successo, in quanto il 70% delle istanze è stato respinto perché sono stati candidati conti economici non sostenibili. Ma anche su questo cercheremo di incalzare il Governo” conclude.