Il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale è uno dei nodi primari che il Governo deve sciogliere in vista della prossima Legge di Bilancio. Così Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani, spiegando che ormai è emergenza sulle liste d’attesa, con tempi lunghissimi per visite, esami e interventi, mentre la sanità privata avanza con un terzo della spesa tutta a carico delle famiglie.
A soffrire di più questa situazione sono gli anziani con pensioni basse, che spesso rinunciano a curarsi, soprattutto quelli che vivono nelle aree rurali e interne, dove il disagio territoriale di fatto diventa il discrimine per accedere alle prestazioni.
Per Anp-Cia, la prospettiva è ancora più preoccupante, visto che si delinea un definanziamento della sanità pubblica. Secondo la normativa vigente, infatti, nella Legge di Bilancio 2023 lo stanziamento destinato al SSN avrebbe un incremento del 2,2% (un punto in meno rispetto all’anno scorso) con una progressione negativa negli anni successivi. Questo significa non avere certezza neanche dei 4 miliardi richiesti dal Ministero della Salute, mentre servirebbero quasi 7 miliardi per riportare il finanziamento al periodo pre Covid.
Le previsioni -continua l’Associazione pensionati di Cia- parlano di un finanziamento al 6,2% del Pil nel 2024 e al 6% nel 2025, quando è noto che sotto la soglia del 6,5% i servizi essenziali non sono più garantiti. Ed è quello che sta già accadendo, insieme all’annuncio del taglio del 30% dei progetti delle “case di comunità” previste dal Pnrr, quasi tutte nelle aree interne. Anche sul fronte della nuova legge sulla non autosufficienza, non si registrano notizie incoraggianti: in attesa dei decreti attuativi non si parla di risorse per attivare i servizi.
Per questo ora “serve un gesto di riscossa e responsabilità collettiva -dichiara il presidente nazionale di Anp, Alessandro Del Carlo- un impegno straordinario per difendere uno dei patrimoni più importanti del nostro sistema sociale. La sanità è l’elemento di tutela pubblica e di coesione insostituibile, garanzia universale di diritti e di uguaglianza per le persone e i territori”.
“Servizi sociosanitari efficienti e politiche per l’invecchiamento attivo rappresentano un elemento decisivo per la tutela degli anziani, assieme a pensioni adeguate a garantire una vita dignitosa -aggiunge Del Carlo-. Vale a dire assegni minimi a 780 euro; recupero dell’indicizzazione per le pensioni colpite dall’inflazione; Ape sociale agli agricoltori per andare in pensione in anticipo senza penalizzazioni; modifica di Opzione Donna oggi particolarmente punitiva; riduzione del carico fiscale sulle pensioni in un’ottica di progressività e giustizia sociale”. Tutte rivendicazioni che Anp-Cia continua a voler porre all’attenzione di Governo e Parlamento proprio con la nuova Legge di Bilancio in arrivo.