Lavoratori del comparto moda, concesse 8 settimane di cassa integrazione in deroga. L'annuncio del Ministero del Lavoro guidato da Marina Calderone per fronteggiare nel 2024 la crisi occupazionale dei lavoratori dipendenti delle imprese del settore. A dare l'allarme lo scorso settembre sui numeri in calo del comparto, era stata Confartigianato. Nelle precedenti settimane l'associazione aveva denunciato "la gravità della situazione che investe soprattutto le piccole imprese” per sollecitare "una serie di interventi per scongiurare il tracollo del settore e il rischio di perdere una delle componenti più importanti del patrimonio manifatturiero made in Italy".
Il via libera all'attivazione delgi ammortizzatori sociali è arrivato dal Consiglio dei Ministri di lunedì 21 ottobre, che si è espresso sull’integrazione al reddito dei lavoratori dipendenti di imprese, anche artigiane, con un numero di addetti pari o inferiore a 15 operanti nel settore tessile, dell’abbigliamento e calzaturiero.
LAVORATORI DEL COMPARTO MODA, L'INTEGRAZIONE SALARIALE POTRA' ESSERE PAGATA ANCHE DIRETTAMENTE DALL'INPS
La nota del Dicastero informa che come ulteriore misura di sostegno si prevede che l’integrazione salariale, ordinariamente erogata dal datore di lavoro al dipendente e poi rimborsata dall’Inps, potrà essere pagata direttamente dall’Istituto previdenziale nel caso in cui esistano serie e documentate difficoltà finanziarie.
LAVORATORI DEL COMPARTO MODA, I NUMERI DELLA CRISI
Nei primi sei mesi del 2024 le imprese della moda hanno registrato un calo del 5,3% delle esportazioni, pari a una perdita di 1,8 miliardi di valore. Tra gennaio e giugno 2024, le aziende hanno visto calare di 9,7 milioni di euro al giorno i ricavi da vendite all'estero. Negativo anche il dato della produzione (Dati Confartigianato).
Anche per il settore calzaturiero, il primo semestre segna una flessione sia nel fatturato (-9,1%) sia nell'export (sceso dell'8,5% in valore e del 6,8% in quantità nei primi 5 mesi). In forte calo anche l'indice Istat della produzione industriale (-19,5%) e gli acquisti delle famiglie italiane (-2,1% sia in volume sia in spesa). A soffrirne sono anche i prodotti di lusso.