L'assegno sociale è legato al bisogno e si basa sull'assenza o insufficienza dei redditi. Anche se un cittadino sceglie volontariamente di trovarsi in condizioni di non autosufficienza, non importa. Ai fini della domanda Inps per ottenere l'assegno interessa lo stato attuale in cui il cittadino si trova. Non è influente se abbia disposto donazioni di immobili che gli avrebbero consentito una fonte di reddito o altre azioni di privazione volontaria. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 7235/2023 del 13 marzo, che nel riconoscere il beneficio ad un cittadino ricorrente, ha ribadito che il diritto alla corresponsione dell'assegno sociale ex art. 3, co. 6, Legge n. 335/1995, prevede come unico requisito lo stato di bisogno effettivo del titolare, desunto dalla condizione oggettiva dell'assenza di redditi o dell'insufficienza di quelli percepiti in misura inferiore al limite massimo stabilito dalla legge, senza che assuma rilevanza che lo stato di bisogno debba essere anche incolpevole.
E' possibile presentare la domanda in via telematica sul portale Inps. Rivolgiti ai nostri uffici. I nostri operatori sapranno fornire tutte le informazioni necessarie per valutare i singoli casi e fornire la consulenza adeguata.
ASSEGNO SOCIALE, COS'E' E CHI NE HA DIRITTO
L’Assegno sociale è un contributo economico pari a 503,27 euro per il 2023, di natura assistenziale erogato dall’INPS per 13 mensilità in favore di coloro che si trovano in condizioni economiche disagiate. L’Assegno sociale è concesso ai cittadini italiani o stranieri residenti in Italia, con almeno 67 anni di età e di precisi limiti reddituali. Il limite di reddito è di 6.542,51 euro annui, che sale a 13.085,02 euro se il richiedente è sposato.
L’assegno sociale è una misura che viene erogata dall’INPS per garantire un sostegno sociale a chi si trova in una situazione economica svantaggiata, e non ha copertura contributiva sufficiente per accedere alle misure di pensionamento garantite normalmente dall’ente previdenziale. Dal 1996, l’assegno sociale ha sostituito la pensione sociale. La prestazione ha natura assistenziale e non è esportabile, non può essere riconosciuta se il titolare della prestazione risiede all’estero. Il beneficio economico non è reversibile ai familiari superstiti.
I REQUISITI
L’assegno sociale può essere richiesto da tutti i cittadini coniugati e non coniugati che hanno compiuto i 67 anni di età e che hanno redditi non superiori alle soglie annualmente previste dalla legge. Questa misura va a sostituire la vecchia pensione sociale, e interviene unicamente per chi risiede all’interno dello stato italiano.
La verifica del possesso dei requisiti avviene annualmente, pertanto si può perdere il diritto al beneficio nel caso in cui la situazione reddituale dell’interessato cambi. Va ricordato che l’assegno sociale non è un reddito soggetto all’IRPEF, l’imposta sui redditi delle persone fisiche.
Questo sostegno è legato in particolare alla residenza all’interno del paese, che è una condizione necessaria per richiederlo, per cui può essere sospeso nel caso in cui il cittadino si trasferisca all’estero, anche per un breve periodo, superiore a 29 giorni.
ASSEGNO SOCIALE, NON E' RICHIESTA LA PRESENTAZIONE DELL'ISEE
L’Assegno sociale è una delle poche prestazioni assistenziali per le quali non è richiesta la presentazione di ISEE. Tutto ciò che occorre avere per presentare la domanda è la situazione reddituale. Una volta che l’Assegno viene riconosciuto fa reddito ai fini del calcolo dell’ISEE.
LIMITI DI REDDITO E RIDUZIONE
L’importo dell’assegno sociale, per il 2023, è pari a 503,27 euro mensili, per 13 mensilità. In presenza di redditi, può essere concesso in misura ridotta fino a concorrenza dei limiti di reddito stabiliti. L’importo dell’assegno sociale è ridotto del 50%, in caso di ricovero del titolare presso istituti a totale carico di enti pubblici. La riduzione è del 25% se la retta per il ricovero è a parziale carico del pensionato o dei suoi familiari, ovvero è in misura inferiore al 50% dell’importo dell’assegno sociale. Non opera nessuna riduzione se il concorso alla retta da parte del pensionato o dei suoi familiari è superiore al 50% dell’importo dell’assegno sociale.
MAGGIORAZIONE DELL'ASSEGNO SOCIALE
Dal 2001, l’importo dell’assegno è stato maggiorato da una quota fissa non soggetta a perequazione di 12,91 euro mensili per coloro che hanno un età superiore a 75 anni, di 20,66 euro mensili per coloro che hanno un’età superiore a 75 anni. Dal 2002, con la Legge di Bilancio 2002 al compimento dei 70 anni di età, il titolare di assegno sociale può richiedere il cosiddetto “incremento al milione”.