Invecchiamento e servizi nei territori, Mastrocinque: aree interne sempre più penalizzate. "L’invecchiamento della popolazione è un processo che ha risvolti significativi sul sistema previdenziale, sulla sanità, sul sistema produttivo, sulla forza lavoro e sulle reti familiari. Per questo Inac Cia guarda alla definizione di un welfare partecipato che guarda al coinvolgimento non solo della popolazione ultra 65enne, che in Italia al 1° gennaio 2025 rappresentano quasi un quarto degli abitanti, ma dell’intero tessuto sociale". Così il presidente del Patronato Inac Alessandro Mastrocinque all'evento di Vieste promosso da ANP, in merito al tema dell'nvecchiamento attivo e servizi nei territori.
"L'istituto nella valutazione del tema, si è concentrato sugli stili di vita, sull'autonomia, sulla salute e sul grado di partecipazione alle attività ricreative. Mentre le statistiche raccontano di un netto miglioramento sul fronte della partecipazione attiva alla società, è bene sottolineare la forte disparità che insiste tra la qualità della vita dei centri metropolitani e delle aree interne. Mentre diverse città sono a misura di anziano, i piccoli paesi della dorsale appenninica vivono nell’esclusione. E non solo per le attività ricreative e culturali, che pure sono latenti, quanto per i servizi essenziali, tra assistenza medica domiciliare, trasporti e accesso alla pubblica amministrazione.
Nei piccoli comuni delle aree interne gli uffici bancari hanno già smantellato le filiali. E’ notizia recente la decisione di Poste Italiane di applicare una stretta sull’apertura degli Atm per consentire il prelievo di denaro contante. Una misura che penalizza soprattutto la fascia anziana della popolazione, e che non tiene conto del disagio di chi non ha dimestichezza con la tecnologia e necessita di parlare con un operatore.
Nei piccoli comuni le sedi del Patronato Inac, ramificate in modo capillare in tutta Italia, restano un baluardo determinante della presenza dello Stato, se non l’unico. Conserviamo l’umanizzazione dei servizi, con relazioni, confronto e supporto. Perchè riteniamo che la misura della qualità della vita si possa ancora misurare attraverso la capacità di offrire risposte ai bisogni dei singoli.
Constatiamo che la partecipazione degli over 64 è cresciuta anche sul fronte del lavoro. Certo, la permanenza nel mondo del lavoro è legata alle riforme pensionistiche, ma anche alla longevità e al miglior stato di salute. Secondo L’Istat le persone che si dichiarano in buona salute erano il 29,4 per cento nel 2009 e sono diventate il 37,8 per cento nel 2023 – un bel salto. Stili di vita e abitudini salutari adottate lungo l’intero arco di vita hanno consentito di prevenire la diffusione di patologie cronico-degenerative. Si sono ridotte infatti le persone in condizioni di multi cronicità, spesso invalidanti; aumenta però l’obesità.
La sfera della salute mentale ci racconta un’altra storia. L’indice di benessere psicologico è più basso rispetto al resto della popolazione, specialmente tra coloro che superano i 74 anni di età e soprattutto tra le donne. Inoltre, quasi un terzo della popolazione in questa fascia sempre più femminile – le donne sono più longeve – vive da sola.
Nella vita della popolazione di 65 anni e più oggi contano molto lo stato di salute, il grado di autonomia, i ruoli sociali ricoperti e le reti affettive su cui fare affidamento. A causa dell’allungamento della vita media, la perdita dell’autosufficienza e la contrazione della vita sociale, che marcano l’entrata nell’età anziana più avanzata, sono spostati più avanti.
Fondamentale è la disponibilità di una rete di sostegno di amici, vicini o parenti non conviventi per le necessità di cura e assistenza. In effetti sta diventando sempre più comune per le persone tra i cinquanta e i sessantaquattro anni avere genitori o parenti di età pari o superiore a 85 anni di cui occuparsi: questo rapporto, che era pari al 3,4 per cento nel 1960, oggi è arrivato a superare la quota del 16 per cento.
Il Patronato Inac considera il welfare, l’occupazione ed il sistema previdenziale, e promuove autonomia e benessere, quanto partecipazione e cittadinanza attiva. Ma è impegnato in prima linea per raggiungere il supporto alla domiciliarità e offrire aiuto per piccole commissioni quotidiane, come la consegna di farmaci; oltre che sulla prevenzione e salute. Pertanto auspichiamo il coinvolgimento di tutti gli attori per definire un piano integrato di interventi e politiche che debbano prevedere un coinvolgimento del terzo settore, enti locali, istituzioni e i cittadini stessi per creare un "welfare diffuso".