Il testamento di Papa Francesco e l'eredità spirituale che siamo chiamati a tradurre in politiche sociali. La morte di Papa Francesco ci ha colti impreparati. Non ce lo aspettavamo perché non eravamo pronti alla privazione di un riferimento spirituale così importante, testimone di una Chiesa dialogante, sensibile e vicina ai drammi dell' umanità, interlocutore di un nuovo dialogo di fede.
Bergoglio ha sagomato una nuova immagine della Chiesa, capace di accogliere gli ultimi e parlare ai poveri, facendosi interprete della ricchezza del carisma. Il gesuita che ha scelto il nome di Francesco, il poverello di Assisi, ha imposto un forte elemento di rottura all' interno della Chiesa, ha introdotto un cammino nuovo. Ha solcato un nuovo evo nel cristianesimo, ha inciso in maniera determinate nella politica, facendosi interprete dei bisogni dei più deboli, degli ultimi della società, degli emarginati. Francesco ha parlato agli altri capi di Stato dallo Scranno delle periferie, dagli appartamenti di Santa Marta, da una deserta Piazza San Pietro nei giorni del Covid. Si è esposto sulle politiche migratorie, ha accolto lo scarto della società, traducendo gli ultimi in risorsa.
Le sue encicliche -Laudato sii, e Fratelli tutti, non sono contributi teologici o di dottrina, ma veri e propri atti rivoluzionari che sanciscono le coordinate politiche del futuro. Qui troviamo l'attenzione all'ambiente e alla salvaguardia della terra come casa comune, la responsabilità sociale di ognuno rispetto alle povertà, l'umanizzazione della Chiesa che con lui torna a farsi spazio nel processo di secolarizzazione.
Papa Francesco non ha avuto timore a mostrare la sua umanità, la sua fragilità e le sue debolezze. Ha condiviso la malattia, la sedia a rotelle, gli sforzi di un anziano che si affatica a compiere il suo dovere. Si è mostrato in pantaloni neri e poncho.
Non si è risparmiato nella giornata di Pasqua a percorrere Piazza San Pietro per salutare i fedeli. È questo il testamento che ci lascia e che siamo chiamati a vivificare. Ognuno nel suo ambito, ognuno nel suo percorso di uomo e nel suo cammino di fede e speranza. Ognuno sia risoluto nel portare la sua croce di ferro e consapevole della sua responsabilità nei confronti del prossimo. Ognuno pratichi la pace per sé stesso e per l'umanità, senza lasciare nessuno indietro.