I calcoli licenziati sulle pensioni future sono errati, le precisazioni del settore tecnico normativo di Inac Cia. Con una informatva diramata a tutti gli uffici territoriali ramificati nel Paese, il responsabile del settore Romolo Esposito chiarisce il meccanismo dell'adeguamento dei requisiti di accesso alla pensione. Nel dettaglio, l'ufficio tecnico normativo del Patronato si espone a seguito della notizia divulgata dalla Cgil che ha eccepito il fatto che l’Inps, nelle proprie proiezioni dei calcoli delle pensioni future, ha – senza un fondamento normativo né comunicazioni ministeriali di alcun tipo – applicato dal 01/01/2027 una maggiorazione di tre mesi dei requisiti di accesso a pensione, sia per la pensione di vecchiaia, con riferimento all’età (divenuta quindi 67 anni e 3 mesi) e sia per la pensione anticipata ordinaria con riferimento al requisito contributivo (divenuto quindi 43 anni e 1 mese per gli uomini e 42 ed 1 mese per le donne).
L’Inps ha ritenuto di emettere immediatamente un comunicato stampa che smentisce quanto sopra ed assicura che le certificazioni saranno redatte sulla base delle tabelle attualmente pubblicate. "Facciamo chiarezza" scrive Romolo Esposito. "Va premesso che, come noto, l’adeguamento dei requisiti di accesso al sistema pensionistico è legato agli incrementi della speranza di vita. Detti requisiti, per espressa disposizione normativa (art. 1 Decreto MEF 18/07/2023), non subiranno alcun aumento con certezza sino a tutto l’anno 2026.
Dal 2027, inoltre, va detto che le tabelle pubblicate dal MEF, ad oggi note, che proiettano le stime dei requisiti dopo il 2026, prevedono l’aumento dei requisiti di 1 mese a far tempo dall’anno 2029. Soltanto un intervento normativo potrà determinare con certezza quali saranno i requisiti di accesso a pensione dopo il 2026, proprio sulla base dello scenario demografico Istat.
Sempre in materia di pensioni, questa volta in relazione al calcolo degli importi, molti articoli sono stati dedicati al calo degli importi di pensione dal 2025. Su questo tema va precisato che, in sede di revisione biennale dei coefficienti di trasformazione prevista per legge, tali coefficienti, che sono utilizzati per il calcolo della quota contributiva della pensione (si tratta dei coefficienti legati all’età anagrafica che, moltiplicati per il montante dei contributi versati, danno l’importo di pensione lordo annuo) hanno subito una diminuzione stabilita dal decreto direttoriale (adottato dal Ministero del Lavoro e dal Ministero dell’Economia e Finanze) del 20/11/2024.
Tali coefficienti vengono applicati a tutte le pensioni o quota di pensione da determinare con il sistema contributivo. Non può sfuggire il fatto che, da un lato, col passare del tempo, le pensioni contributive sono di numero maggiore, dall’altro soprattutto la quota contributiva presente in ogni pensione, abbraccia un maggiore numero di anni. Ciò comporta l’effetto di abbassare, pur se lievemente, l’importo di tutte pensioni che contengono ormai sempre una quota contributiva.
In concreto per fare una citazione colta: “molto rumore per nulla”, ecco perché abbiamo deciso di predisporre la presente nota, per dare a tutti gli strumenti necessari per una corretta informazione a quanti, allarmati, si rivolgeranno ai nostri uffici per avere
delucidazioni.