Alessio Iacovella è l'esperto sulle malattie professionali negli uffici di Inac- Cia a Chieti. Da ben 15 anni si occupa principalmente dell'istruttoria delle pratiche di indennizzo dei lavoratori che hanno subito danneggiamenti alla salute in seguito ad attività lavorative usuranti. E' senza dubbio un riferimento regionale non solo per gli agricoltori dell'Abruzzo e del Molise, ma per tantissimi lavoratori residenti altrove e che prestano servizio fuori.
In un anno lavora mediamente 2 mila e 500 pratiche, ad eccezione “dell'annus terribilis” del 2020 quando il Patronato di Chieti ha registrato 3 mila e 500 domande per indennizzo da malattie professionali. Le istruttorie presentate ad Inail da lui compilate incassano puntualmente esito positivo, e il segreto del suo successo risiede nella passione per il suo lavoro, il continuo aggiornamento normativo e la capacità empatica di traguardare i bisogni dei cittadini al di là dei certificati medici. "L'approccio con i nostri utenti è fondamentale" ha spiegato Iacovella. "Solo con grande capacità di osservazione e ascolto è possibile centrare l'obiettivo e offrire una risposta".
"Per ogni pratica che viene accolta e va a buon fine, chiedo il passaparola del risultato ottenuto almeno ad altre 10 persone" rivela. "Soltanto così il Patronato accresce la sua credibilità e il suo radicamento sul territorio". In Abruzzo Iacovella vanta di avere compilato pratiche di indennizzo per malattie professionali a "quasi tutti gli agricoltori" tale da avere esaurito il comparto. "Annualmente ad oggi si rivolge al nostro ufficio appena il 10% degli agricoltori, ormai censiti a tappeto. Ora il nostro target sono gli operai e gli artigiani. Ovvero i muratori, carpentieri, falegnami, estetiste, parrucchiere. Senza contare il settore metalmeccanico per la importante presenza di industrie meccaniche. Oltre che dei settori chimico e petrolchimico, con una massiccia presenza di lavoratori che prestano attività presso le piattaforme di estrazione petrolifera in mare sulle coste di Ancona".
Le età dei lavoratori per cui ha istruito pratiche sono trasversali e differenti. "Ho istruito una richiesta di indennizzo per un muratore di 24 anni, che ha iniziato a lavorare con suo padre all'età di 14 e che aveva sviluppato un'ernia discale. Le patologie derivanti dal lavoro si possono presentare già dopo 8 anni di attività e l'età del lavoratore in cui viene fuori è determinante per l'indennizzo, in quanto più si è giovani e più l'importo sale".
Secondo i calcoli di Iacovella, una persona di 60 anni con un riconoscimento al 37% del danno fisico potrebbe ottenere un indennizzo di 535 euro, oltre ad altre integrazioni al reddito, mentre un giovane di 25 anni che riesce a dimostrare il danno biologico, otterrà anche 40 mila euro dall'Inail, che considera la diversa prospettiva di vita lavorativa.
La sua storia da 35 mila e 500 pratiche compilate in tre lustri, gli consente di indossare lenti affinate e di precisione per la valutazione di ogni singolo caso.
Il volto di Inac-Cia di Chieti conferma- senza celare una certa soddisfazione- che le richieste di indennizzo contestate da Inail ottengono quasi sempre esito favorevole nel giudizio finale. Il ricorso è più frequente per le malattie polmonari, su cui "c'è maggiore reticenza da parte dell'istituto. Basti pensare che soltanto il 4% dei lavoratori che contrae patologie di questo tipo va in causa. Per quanto mi riguarda, se sulla scorta della mia valutazione ci sono le condizioni per chiedere l'indennizzo vado avanti senza intimorirmi. Il legale e il medico che affiancano il percorso condividono sempre la mia impostazione. La prova della nostra competenza è nei numeri: su 90 cause ne perdiamo al massimo 4, ma la metà le recuperiamo in Corte d'Appello".
L'applicazione della tecnica di Iacovella è nota non solo al tribunale di Chieti, ma anche a quello di Pescara, Termoli, Sulmona, Frosinone, Campobasso, L'Aquila, Vieste e Lanciano. La mole più ridotta di lavoro arriva dal Molise e dal Lazio "ma ho lavorato anche su cause a Cagliari, per conto di un lavoratore che aveva sviluppato un tumore al cervello in un impianto di raffinazione del petrolio in Sardegna. Anche in quel caso abbiamo portato a casa il risultato".
Le malattie professionali più diffuse sono le ernie lombosacrali, le tendinopatie alle spalle bilaterali, le epicondiliti ai gomiti bilaterali, il tunnel carpale, l'abbassamento uditivo, la silicosi e altri problemi polmonari come l’asma. A queste si aggiungono le malattie tumorali, frequenti ad esempio per chi lavora la ceramica ed è a contatto con gli smalti per i sanitari, soggetti a tumore alla rinofaringe. Ma c'è anche chi contrae il tumore per cheratosi attinica, tipico per chi è esposto ai raggi del sole.
Si tratta di patologie che sviluppano in particolar modo gli agricoltori nei vigneti: durante la raccolta dell'uva sono soliti indossare una fascia che preme proprio sul tratto del collo". La giurisprudenza però è in continuo aggiornamento, e l'impegno di Iacovella è innanzitutto quello di acquisire tutte le sentenze emesse in Italia sul riconoscimento di malattie non tabellate.
Altra questione -spiega Iacovella- è una puntuale conoscenza del sistema sanitario, avere un quadro complessivo delle professionalità mediche da consultare per poter consigliare al meglio le persone, anche quando devono sottoporsi ad esami diagnostici che richiedono strumentazione di altissimo profilo tecnologico. La documentazione e gli esami che accompagnano le istanze devono essere perfetti.
Dal 2011 Iacovella è impegnato in corsi di formazione all'interno del Patronato, per condividere con tutti i colleghi gli strumenti e i segreti del suo successo. "Ho il terrore che il Patronato trascuri le campagne di informazione sulle malattie professionali. Non vorrei che gli operatori diventino parte passiva e che si appiattiscano verso il basso" lamenta. "Vorrei che si mantenesse sempre alto il livello qualitativo del nostro lavoro, aggiungendo ogni giorno passi importanti alla cultura della sicurezza, che è il vero cuore pulsante del progresso e dello sviluppo. In questo contesto di costruzione della qualità, la formazione assume un aspetto determinante. L'approccio alle persone è tutto: se siamo in grado di ascoltare e comprendere se abbiamo davanti una persona in difficoltà che potrebbe esercitare un diritto a pieno titolo.