Gli anziani devono essere formati all’uso dei nuovi strumenti digitali. Un “mantra” che però chiama all’adagio: “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. Ecco questo mare è stato navigato dall’Inac-Cia della Toscana, con un gruppo di ragazzi che nel patronato stanno portando avanti i progetti legati al “Servizio Civile Universale Digitale”. A spiegare l’idea e il suo sviluppo fattivo è il direttore regionale dell’Inac-Cia Francesco Ambrosio che indica quali protagonisti dell’iniziativa i colleghi dell’Inac di Lucca in collaborazione con l’Anp-Associazione nazionale pensionati. Quindi, con ruoli diversi di coordinamento, si sono attivate sul territorio, Patrizia Rocchiccioli dell’Inac e Tiziana Borsi dell’Anp che hanno messo in relazione giovani e anziani, facendoli incontrare. Quindi, sono stati organizzati diversi momenti in presenza, dove “alunni della terza età” hanno seguito le lezioni di giovani docenti, ragazzi di un’età compresa tra i 18 e i 28 anni, che hanno spiegato loro, attraverso dispense ed esercizi pratici, tutto ciò che è utile sapere della realtà digitale. Si è trattato di un successo, tanto che il progetto è stato replicato anche in Veneto, nelle provincie di Padova e Venezia, dove Inac-Cia , l’Anp del Veneto e i ragazzi del servizio civile hanno riproposto il medesimo "format". Gli incontri, dunque, proseguiranno con un particolare focus nelle aree rurali e intere, per formare quanti più anziani possibili, quanto meno ad attivare il proprio SPID (identità digitale), divenuto ormai prerequisito fondamentale per poter “dialogare” con Istituzioni e pubblica amministrazione. Al tempo stesso, l’occasione è stata e sarà propizia per mostrare le potenzialità del web e delle più diffuse “App”. Perché -spiegano i promotori dell’iniziativa- è ancora enorme la platea di anziani che non ha alcuna dimestichezza con i moderni strumenti digitali, divenuti oggi fondamentali per adempimenti di grande importanza nella vita quotidiana di tutti.