Età pensionabile confermata a 67 anni e almeno 20 di contributi per il 2025 e 2026. E' stato pubblicato il 17 ottobre scorso il decreto ministeriale del 18.07.2023 del Ministero dell'Economia e delle Finanze sulla variazione dei requisiti anagrafici per l'accesso ai trattamenti pensionistici nel biennio 2025-2026 sulla base della speranza di vita calcolata dall'Istat.
ETA' PENSIONABILE, AUMENTI INVARIATI PER DUE ANNI
Il decreto appena licenziato annuncia che non ci saranno variazioni per due anni. A partire dal 1° gennaio 2025 l'età minima di accesso alle pensioni di vecchiaia resta fissato a 67 anni di età sia per gli uomini che per le donne. Attualmente la normativa prevede che l'età per il pensionamento venga rivista ogni biennio e fissata sulla base della variazione della speranza di vita calcolata dall'ISTAT per i 65enni.
ETA' PENSIONABILE, I DATI ISTAT
I dati diffusi dall'Istat rivelano che ad oggi la speranza di vita è diminuita di un mese. Le variazioni negative non comportano modifiche ai requisiti per la pensione di vecchiaia. Questo significa che si conferma l' età di 67 anni con almeno 20 anni di contributi versati sia con sistema misto che con contributivo.
Resta invariata anche l'età per la pensione anticipata contributiva a 64 anni di età (con 20 di contributi e con un primo assegno di importo non inferiore a 2,8 volte l’assegno social e per la pensione di vecchiaia contributiva a 71 anni e con almeno cinque anni di contribuzione.
ETA' PENSIONABILE, INVARIATI I REQUISITI SUL LAVORO USURANTE
Il decreto riporta che restano invariati anche i requisiti per chi svolge attività usuranti e per i lavoratori “precoci” che hanno versato almeno un anno di contributi al compimento dei 19 anni. Invece per quanto riguarda la pensione anticipata con sistema misto sono richiesti senza limiti di età almeno 42 anni e 10 mesi di contributi. E un anno in meno per le donne.
Fermo restando che la legge prevede possibili recuperi delle diminuzioni in sede di adeguamenti successivi. Questo si traduce nel fatto che in caso di futuri aumenti della speranza di vita, il mese di diminuzione si aggiunge al calo di 3 mesi registrato per il biennio 2023-24 (per effetto della pandemia da COVID) .
Infine complessivamente in caso di future variazioni in aumento, potranno essere "scontati" i 4 mesi di diminuzione complessiva precedente e il requisito non dovrebbe modificarsi neppure dal 2027.