Dal Cnel un proposta per garantire i servizi nelle aree interne e marginali del Paese e valorizzare il capitale umano. Il Gruppo di Lavoro voluto dal Presidente Renato Brunetta si prepara a fornire una relazione al Parlamento.
I piccoli comuni e le aree interne e marginali del Paese caratterizzano il laboratorio di osservazione del gruppo di lavoro che da aprile scorso si è insediato al Cnel. Partendo dalla “Desertificazione della rete dei servizi sul territorio alle famiglie e alle imprese a partire dalle filiali bancarie”, gli otto esperti, tra tecnici e accademici, si stanno confrontando in realtà sul fenomeno complessivo di spopolamento della catena appenninica. Sotto la lente di ingrandimento finisce non solo l’arretramento in termini di servizi delle filiali bancarie, ma lo svuotamento progressivo e l’abbandono di queste aree da cui confluisce un importante fenomeno migratorio verso le aree metropolitane e i grandi centri urbani. La chiusura delle filiali bancarie attiene sia allo smantellamento dei servizi essenziali e alla privazione per chi resta di poter beneficiare dello sportello, sia alla necessità di ricollocare il personale impiegato. Resta tagliata fuori dal computo del danno, la fetta di popolazione anziana che continua a presidiare i piccoli borghi, la cui pensione di sussistenza poco incide nelle prospettive di crescita finanziaria e del circuito bancario.
“In realtà la prima operazione che ha compiuto il gruppo di lavoro coordinato dal consigliere Paolo Pirani è stato di allargare il campo di analisi, che non poteva ridursi solamente alla desertificazione degli sportelli bancari” spiega Francesco Monaco, esperto della Fondazione IFEL e componente del coordinamento e tecnico in rappresentanza Anci- Associazione Nazionale Comuni Italiani. “Da qui è partita una riflessione che ha coinvolto tutti componenti del tavolo: dall’ABI- Associazione bancaria Italiana, alle Regioni, ai sindacati. La desertificazione dei servizi finanziari è importante, dal 2008 al 2013 sono scomparsi almeno il 20% degli sportelli, così come lo è il disimpegno dei posti di lavoro, ma la nostra indagine non poteva non considerare anche altri aspetti determinanti per l’erogazione dei servizi essenziali, quali la salute, l’istruzione, la mobilità” continua.
Così è stato ampliato il campo di analisi ed è stata aperta una raccolta documentale per procedere ad un’analisi puntuale. A questa è stata aggiunta una campagna di audizioni per capire anche lo stato dell’arte degli altri partner. Sono stati ascoltati una rappresentanza dei sindaci Anci, guidata dal delegato per le aree interne Lino Gentile, Sindaco di Castel del Giudice, l’Istat, e sono previste altre audizioni anche con Poste italiane e rappresentanti delle autorità politiche nazionali ed europee.
Lo spopolamento ha assunto i contorni di un macrotema che coinvolge in maniera trasversale non solo tutti i corpi intermedi, ma la stessa cittadinanza. La valorizzazione del cosiddetto “capitale umano” deve tradursi in opportunità di lavoro concrete, non solo possibilità di esprimere formazione, creatività e genio che nella vulgata comune sono consentiti solo nelle città metropolitane. La corsa della tecnologia consente a tutti di esercitare ovunque il proprio ingegno. Deve consentire a tutti di esprimere laboriosità e concorrere, con il proprio lavoro, alla crescita collettiva del Paese.
Gli studi accademici sulla felicità condotti dai più prestigiosi atenei del mondo, rivelano che il ritorno alla vita lenta e il recupero della sfera valoriale legata all’essenzialità trasferirà la popolazione dai grandi centri alle piccole realtà. La decongestioni delle metropoli sarà un fatto naturale, ma le aree interne non saranno pronte. Il lento e inesorabile declino non trova avversari: non ci sono politiche nazionali mirate, né indirizzi specifici delle regioni o delle unioni dei comuni.
“Il CNEL è organo consultivo di rilievo costituzionale. L’obiettivo del gruppo di lavoro è quello di suggerire al Governo e al Parlamento misure e provvedimenti da mettere in campo per invertire il trend di desertificazione di servizi nelle aree interne, a partire dalla desertificazione bancaria” rivela Monaco. “Al momento siamo in una fase istruttoria e abbiamo avviato una indagine demoscopica condotta su un campione significativo di utenti e di cittadini che, insieme alle audizioni ed alle riflessioni che arriveranno da tutti i soggetti del tavolo, ci offrirà elementi conoscitivi per finalizzare il lavoro . Quello che abbiamo esperito fin da subito è che le esigenze delle aree interne sono urgenti in quanto le persone continuano ad andare via. Per questo l’analisi che stiamo conducendo parte dalla desertificazione per poi fornire input e impulso alle attività chiamate ad invertire la rotta".
Il documento con proposte ponderate e condivisibili sarà consegnato al Governo ed al Parlamento per fornire indicazioni di indirizzo. La classe politica avrà l’opportunità di aprire un dibattito serio sulle politiche per le aree interne, partendo da una disamina dei fondi già spesi, dalle risorse messe a disposizione dal Pnrr e dalle altre risorse stanziate a valere su tanti provvedimenti varati negli anni a sostegno dei piccoli comuni, della montagna, del commercio, dell’artigianato, del turismo, delle green community.
“La questione va affrontata non solo per immaginare cose nuove, se servono, ma per implementare politiche che già esistono e correggere il tiro su quello che è stato già avviato e non ha ancora prodotto i risultati attesi” continua l’esperto IFEL-ANCI.
A noi viene alla mente la Strategia Nazionale Aree Interne nata nel 20212 dal Governo Monti (ministro Fabrizio Barca) e che, dopo anni di programmazione sul territorio, oggi vive un momento di stanca. Nessun supporto è ad oggi previsto per aiutare i comuni a realizzare gli investimenti programmati (secondo dati MEF si tratta di più di miliardo di euro). Il Comitato tecnico non è più operativo. La politica sembra essere stata affidata di fatto alla cura delle Regioni, sebbene vi sia sulla “carta” (in realtà si tratta del dispositivo contenuto nel decreto-legge n.124 del 19 settembre 2023 convertito nella legge n°164\2023) un progetto governativo di ri-centralizzazione attraverso l’istituzione di una cabina di regia ministeriale ed il varo di un Piano strategico nazionale (PSNAI).
Per questa ed altre ragioni, gli esperti del gruppo di lavoro si interrogano sulla condizione economica e sociale delle aree interne e dei piccoli paesi. “La desertificazione dei servizi finanziari è un effetto di un fenomeno ben più complesso e, a mio parere, un intervento complessivo, anche di riordino di tutti gli strumenti a disposizione per arginare questa crisi, ormai non è più rinviabile” conclude Monaco.