Conguaglio pensioni, l'esecutivo di Governo annuncia la possibilità al vaglio dei tecnici di provvedere al pagamento della quota di inflazione non riconosciuta da inizio anno, quindi al trasferimento degli arretrati con decorrenza da gennaio 2023. L'aumento dell'importo delle pensioni con gli arretrati di 10 mensilità potrebbe arrivare già a novembre, anticipando il conguaglio, che secondo le normative vigenti, sarebbe dovuto arrivare nel 2024.
CONGUAGLIO PENSIONI 2023 GRAZIE ALL'APPROVAZIONE DELLA NADEF CON IL MAGGIOR DEFICIT
Il maggior deficit ufficializzato con l’approvazione della Nadef ha aperto la strada a diverse manovre. Infatti il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha chiesto 23,5 miliardi di extradeficit in 3 anni. Di questi, 3,2 saranno destinati al conguaglio anticipato dell'adeguamento Istat per i trattamenti pensionistici previsto per il 2024, a misure per il personale delle pubbliche amministrazioni, alla gestione dei flussi migratori.
CONGUAGLIO PENSIONI 2023, L'ADEGUAMENTO ALL'INFLAZIONE
Come è noto, ogni anno le pensioni devono essere adeguate all’andamento dell’inflazione. Il conguaglio è necessario perché la rivalutazione, in base alle regole in vigore, è stata fatta un anno fa su un tasso provvisorio. Per il 2023 era stata stabilita una rivalutazione del 7,3% ma poi, quando l’Istat ha fatto i conteggi finali sui prezzi del 2022, il tasso era dell’8,1%. Questo 0,8% di differenza deve essere riconosciuto l’anno successivo, prima con gli arretrati non percepiti e poi mese per mese.
Solitamente il conguaglio avviene in un’unica soluzione a gennaio del mese successivo. Ma il Governo ha ventilato l'ipotesi di anticipare la restituzione degli arretrati a novembre, in quanto a gennaio 2024 ci sarà l’applicazione della rivalutazione calcolata sul 2023 per il 2024. Al momento si ipotizza che dovrebbe essere intorno al 5,6%.
CONGUAGLIO PENSIONI 2023, LE PERCENTUALI DI RIVALUTAZIONE
Il conguaglio dello 0,8% non sarà applicato a tutte le pensioni per intero. Verranno seguite le percentuali di rivalutazione contenute nella Manovra 2023, nella quale è stato stabilito che hanno diritto alla perequazione per intero solo le pensioni che non superano di 4 volte il trattamento minimo (quindi non superiori ai 2.100 euro lordi circa). Sopra le quattro volte il trattamento minimo, invece si applicano le percentuali stabilite dalla Legge di Bilancio 2023
LE CIFRE IN CONCRETO
L’aumento dovrebbe andare da circa 50 euro per le pensioni pari al minimo Inps (quelle da 525 euro mensili) a circa 170 euro lordi per chi percepisce un assegno da 2.500 euro di pensione al mese.