Assegno di inclusione: titolari di pensione, ultra 60enni e disabili esonerati dai servizi sociali. La fine del Reddito di cittadinanza ha ceduto il posto ad una nuova forma di sostegno alle famiglie in difficoltà, l’Assegno di inclusione (ADI) che in questi mesi è stato erogato già a diversi nuclei familiari. Un sostegno che richiede una procedura ben precisa da seguire, tra documentazioni, incontri con i servizi sociali e la messa a disposizione per un percorso di inclusione sociale.
Tutti i percettori sono chiamati a registrarsi sulla piattaforma e a sottoscrivere il patto di attivazione digitale, ad esclusione di alcune categorie, che sono esonerate dai servizi sociali.
ASSEGNO DI INCLUSIONE, IL COINVOLGIMENTO DEI SERVIZI SOCIALI
L’Assegno di inclusione non viene concesso solo in base al reddito e ai componenti della famiglia ma attraverso una serie di adempimenti da compiere. In primis l’iscrizione al sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (SIISL) e la successiva sottoscrizione di un Patto di attivazione digitale.
PER OTTENERE IL SOSTEGNO ECONOMICO E' OBBLIGATORIO SOTTOSCRIVERE IL PATTO
Una volta apposta la firma si parte con l’erogazione del sostegno economico ma il processo non è concluso in quanto i componenti dei nuclei familiari che ricevono l’ADI si devono impegnare in un percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa che coinvolge i servizi sociali. Gli assistenti si incontrano entro 120 giorni dalla sottoscrizione del Patto. Si registra una prima valutazione, con l’organizzazione di attività e corsi che i beneficiari del sostegno sono obbligati a sostenere, pena la perdita della prestazione.
Un percorso questo dal quale non ci si può esonerare a meno che non si faccia parte di alcune categorie che secondo il Decreto Lavoro sono specificatamente liberate dall’obbligo di partecipare alle attività.
ASSEGNO DI INCLUSIONE, GLI ESONERATI DAI SERVIZI SOCIALI
Le persone titolari dell’ADI che sono esonerate dai servizi sociali sono i titolari di pensione diretta e tutti coloro che hanno 60 anni o più. Si aggiungono i componenti dei nuclei familiari con disabilità, ai sensi della legge 68/1999, ad eccezione delle iniziative di collocamento mirato.
Sono escluse anche le persone che sono affetti da patologie oncologiche e quelle con carichi di cura, ovvero coloro che hanno meno di tre anni, disabilità o che non sono autosufficienti secondo le indicazioni dell’allegato 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 159/2013. Sullo stesso piano sono anche le persone che sono inserite nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere e le donne vittime di violenza, con o senza figli, prese in carico da centri antiviolenza.