Il parrucchiere è un mestiere artigianale che richiede un impegno fisico da molti sottovalutato.
Tante ore in piedi, mani sempre operose, tra acqua, forbici e phon.
Questa routine protratta nel tempo, può causare una serie di problematiche fisiche legate sia agli arti superiori, alle mani e anche alle spalle. A spiegarci queste dinamiche è Betty Cubini del patronato Inac-Cia della provincia di Siena che ci racconta una vicenda che ha curato in prima persona.
Nel mese di febbraio 2025 si è rivolta ai nostri uffici una signora, una parrucchiera che aveva un problema tendineo, ad un braccio, che le comprometteva la normale attività lavorativa. Aveva letto un nostro post su Facebook e spronata da una conoscente già nostra assistita, si è rivolta noi per una consulenza sulla Malattia Professionale. L’artigiana come molti suoi colleghi, appariva scettica su una positiva soluzione e soprattutto non aveva informazioni sui propri diritti in materia di malattie e sulla possibilità di aprire una specifica pratica con l’INAIL.
Una volta verificata la documentazione in suo possesso e consigliata su ulteriori certificati da far redigere al medico legale, Le ho consigliato di avviare l’iter per l’ottenimento della malattia professionale, perché in presenza di un nesso causale tra la propria attività lavorativa e la patologia riscontrata.
“Ho seguito passo passo -Spiega Betty Cubini- la documentazione da produrre ad INAIL, dettagliando accuratamente le dinamiche del lavoro che svolge quotidianamente la parrucchiera e lo stress di alcune azioni che compie fisicamente”.
Nel mese di Giugno 2025, a soli 5 mesi dall’apertura della domanda, in temi rapidissimi per questo genere di pratiche, da INAIL è arrivato l’accoglimento dell’indennizzo giornaliero per la nostra assistita, la temporanea, il riconoscimento del danno biologico e una valutazione di 8 punti: corrispondente ad una liquidazione che ha superato i 10.000 euro!
A quel punto -continua con un pizzico d’orgoglio la responsabile del patronato Inac-Cia- ho subito informato la signora sull’esito positivo e la relativa liquidazione della sua istanza. Non Vi nascondo la reciproca soddisfazione per la conclusione di questa vicenda. Io ho iniziato subito a seguire un altro caso e la signora dopo aver effettuato un intervento chirurgico sta tornando a svolgere il suo lavoro che tanto le piace e la gratifica.
Spero che questa mia testimonianza -conclude Betty Cubini- apra una nuova prospettiva per tutti quei parrucchieri che hanno patologie e non conoscono i propri diritti in relazione alla Malattia professionale. Noi siamo pronti ad assisterli al meglio.