Stretta sulle pensioni pubbliche, dietrofront del Governo. Il testo della manovra 2024 prevede una importante riduzione dell'assegno Inps a dipendenti della Pubblica Amministrazione, a medici e infermieri. La levata di scudi del personale del comparto sanità ha ottenuto un ripensamento da parte del Governo. Il Sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, durante il question time alla Camera ha assicurato un intervento per modificare le disposizioni. Intanto c'è già la modifica dello sgravio in busta paga per le mamme assunte a tempo indeterminato: per quelle che hanno due figli varrà solo per l'anno prossimo e non fino al 2026.
STRETTA SULLE PENSIONI DEI MEDICI, SI RISCHIA LA FUGA DAL PUBBLICO
La stretta sulle pensioni dei medici è destinata a fare dietrofront, ma non riguarderà solo la classe medica. Anche i dipendenti pubblici che dall'anno prossimo avrebbero subito un taglio consistente dell’assegno una volta usciti dal lavoro. Non si esclude che l'intento della norma che taglia le pensioni a medici e statali sia stata concepita per disincentivare la corsa ai pensionamenti e garantire personale nel pubblico.
Senza correzioni alla manovra, chi - tra medici, infermieri, maestri e dipendenti di Comuni e Regioni - ha iniziato a lavorare a metà degli Anni ’80 avrebbe visto un taglio all’assegno che nei casi peggiori poteva arrivare a un quarto della pensione, con tuttavia un risparmio per le casse dello Stato piuttosto esiguo nei primi anni.
I camici bianchi proclamano lo sciopero per il 5 dicembre prossimo. Come confermato dallo stesso Sottosegretario, non preoccupa soltanto il fronte dei medici, ma anche degli operatori e del personale degli enti locali che si stanno occupando del Pnrr.
STRETTA SULLE PENSIONI PUBBLICHE, CIRIANI CONFERMA LA RICERCA DI POSSIBILI SOLUZIONI
Per il Ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani la disciplina contenuta all’articolo 33 «mira ad assicurare una proporzionalità tra anzianità utile e la percentuale di rendimento pensionistico per le anzianità inferiori a 15 anni». Sull’adeguamento delle aliquote di rendimento delle gestioni previdenziali «si sta lavorando e sono in corso verifiche ulteriori, per trovare possibili soluzioni nell’ottica di un intervento complessivo» ha spiegato.
La disciplina contenuta all'articolo 33 della Legge di Bilancio che interessa le pensioni di 31.500 dipendenti pubblici e garantisce allo Stato risparmi netti per 2,7 miliardi e tra il 2024 e il 2032, mira ad assicurare una proporzionalità tra l'anzianità e la percentuale di rendimento pensionistico per le anzianità inferiori a 15 anni. Il Ministro ha chiaramente espresso l'intenzione del Governo di garantire adeguatezza sociale, equità, e convergenza dei regimi pensionistici pubblici e privati. Senza contare la sostenibilità del sistema previdenziale.
AIUTI ALLE MAMME CON DUE FIGLI CHE LAVORANO SOLO NEL 2024
Tra le altre "correzioni" attese c'è anche quella che riguarda le mamme che lavorano. Le dipendenti a tempo indeterminato con due figli non pagheranno i contributi, e quindi avranno una busta paga un po’ più pesante, per un solo anno e non per tre come inizialmente annunciato.
SGRAVI ALLE MADRI E TAGLIO CONTRIBUTI PER TUTTI
Lo sgravio sarà in buona parte assorbito dal taglio dei contributi per tutti i dipendenti che guadagnano fino a 35mila euro. Varrà fino al 2026 solo per chi ha almeno tre figli (e non ci sarà per chi ne ha solo uno). Le madri che avranno il sostegno vedranno solo pochi euro al mese in più rispetto a quello di tutti gli altri lavoratori.
TETTO A 3 MILA EURO, VANTAGGI PER CHI GUADAGNA DI PIU'
Sgravio fino a 3 mila euro per le mamme senza tetto al reddito. Uno sgravio contributivo fino a un “massimo di 3.000 euro annui”, senza limiti di reddito, quindi per tutte le lavoratrici madri a esclusione di quelle impiegate nel «lavoro domestico». Qui si contesta che lo sgravio previsto finirà per avvantaggiare in misura maggiore chi ha stipendi più alti. Diversamente non avrebbe goduto di alcun taglio del cuneo.