Legge 104, l'Inps aggiorna l'elenco delle malattie invalidanti. L'istituto pubblica una precisazione in merito all'elenco delle malattie che consentono di ottenere i benefici previsti dalla Legge n.104 del 1992. L'Istituto di Previdenza fornisce periodicamente un aggiornamento dettagliato degli elenchi delle patologie riconosciute invalidanti. Lo stesso elenco è consultabile sul sito del Ministero della Salute.
LEGGE 104, COSA PREVEDE
La Legge n. 104 del 1992 offre tutela ai soggetti con disabilità, prevedendo una serie di benefici. Riconosce, in casi di gravi disabilità, il diritto a ricevere una prestazione economica dallo Stato. Si parla di assegno di invalidità, per riconosciuta riduzione della capacità lavorativa superiore al 67 per cento in presenza di almeno 5 anni di contributi versati di cui almeno 3 negli ultimi 5 anni. Inoltre, la legge 104 prevede diverse misure in favore dei disabili, dai permessi retribuiti alle agevolazioni fiscali su specifiche spese sostenute. L’obiettivo è anche quello di promuovere l’autonomia ed il benessere delle persone affette da disabilità.
Per ottenere le agevolazioni della Legge 104, bisogna sottoporsi ad accertamenti medici per verificare i requisiti necessari ai sensi della legge. Questo significa che bisogna fare attenzione alle patologie che danno diritto ai lavoratori disabili a beneficiare della Legge n. 104 del 1992.
LEGGE 104, CHI SONO I SOGGETTI CHE HANNO DIRITTO AL BENEFICIO
L’art. 3 della legge 104 individua i soggetti aventi diritto. Lo stato di handicap viene riconosciuto a coloro che hanno una minorazione fisica psichica o sensoriale, stabile o progressiva (destinata ad aggravarsi con il tempo). Tale minorazione deve essere causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione sul posto di lavoro e deve determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.
Inoltre in caso di disabilità grave (quando la minorazione ha ridotto l’autonomia personale correlata all’età così da rendere necessaria l’assistenza permanente), la legge prevede una priorità nei programmi e negli interventi dei servizi pubblici.
LEGGE 104, L'ATTRIBUZIONE DELLA PERCENTUALE DI INVALIDITA' DA PARTE DELLA COMMISSIONE MEEDICA ASL
Per ottenere il riconoscimento dell’handicap così come previsto dalla Legge 104 è necessario che sia stata attribuita almeno una percentuale minima di invalidità civile. Al riguardo, la legge (L. n. 118 del 1971) stabilisce che l’invalidità viene riconosciuta a colui che ha una menomazione fisica, intellettiva e/o psichica che causa una permanente incapacità lavorativa non inferiore a un terzo.
Per valutare la sussistenza dei presupposti per la Legge 104, un’apposita Commissione medica dell’ASL competente procederà ad accertamenti medici e clinici. Sulla scorta della gravità della patologia accertata, la Commissione medica attribuisce una percentuale di invalidità. In base alla percentuale di invalidità civile riconosciuta, si ha diritto ai benefici:
fino al 33% di invalidità, non c’è beneficio;
dal 33% al 73% di invalidità, vengono concesse assistenza sanitaria e agevolazioni fiscali;
dal 66% di invalidità, è prevista l’esenzione dal pagamento del ticket sanitario;
dal 74% al 100% di invalidità, vengono erogate prestazioni economiche, sotto la forma di pensione d’invalidità.
Sebbene la disciplina vigente richieda una valutazione multidimensionale (considerando la patologia ed altri fattori come, ad esempio, le difficoltà nelle relazioni sociali e nel contesto lavorativo e la necessità di assistenza permanente), il giudizio medico della Commissione dipende dalla patologia del soggetto interessato.
LEGGE 104, QUALI SONO LE PATOLOGIE CHE PERMETTONO IL RICONOSCIMENTO DEL BENEFICIO
Le malattie invalidanti che danno diritto alla Legge 104, sono quelle che determinano queste conseguenze:
comportano una diminuzione della capacità lavorativa superiore al 75%;
implicano un’invalidità permanente, anche se parziale;
determinano o causano una menomazione stabile o progressiva.
Inoltre l'Inps riconosce tra le patologie che danno diritto alla Legge 104 quelle che superano la percentuale minima di invalidità, ovvero:
patologie dell’apparato cardiocircolatorio (come aritmie o cardiopatie congenite);
patologie dell’apparato respiratorio (come insufficienza respiratoria cronica);
malattie dell’apparato digerente (come celiachia o cirrosi epatica);
patologie dell’apparato visivo o dell’apparato uditivo (ad esempio, cecità e sordità);
malattie locomotorie (ad esempio, distrofie muscolari o amputazione di arti);
patologie dell’apparato endocrino (come diabete mellito con complicanze);
malattie dell’apparato urinario (come l’insufficienza renale cronica);
patologie neurologiche (come sclerosi multipla, morbo di Alzheimer, malattie neurodegenerative);
patologie psichiche (come schizofrenia o depressione grave);
malattie oncologiche;
malattie rare (ad esempio, fibrosi cistica, sindrome di down).